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8 aprile 1651 - 1652 Marco Bembo

Dispaccio del 10 marzo 1652

N. (senza numero).

Serenissimo Principe,
il giorno di 8 corente capitò qui l’illustrissimo signor Francesco Bragadin, novo Rettor e Proveditor di questa città, quale ha ricevuto la consegna del medesimo reggimento in ubedienza delle sovrane comissioni della Serenità Vostra e dall’otimo zelo di lui, con cui ha principiato regere questi popoli, dimostra saggi d’un otimo governo in servitio Publico e consolatione de’ sudditi stessi; ha detto signore portato seco li cinque mille ducati di Publica ratione, tanti mesi fa sospirati dalle callamità estreme di queste languentissime militie. Questi non ancora capitati erano già consumati, come ne portai all’Eccellenze Vostre humilissimo raguaglio in mie di 4 corrente, havend’io convenuto per spacio di diversi mesi, ardisco dire, espillare dalle sostanze di questi sudditi quel tutto con che ho dovuto sostenere questo pressidio, coll’impegno di parola propria per la restitutione, quale convengo immediatamente fare, per tutte le future occorenze che coll’avicinamento della prossima campagna vado prevedendo molto più angustize per il ritardo nel giunger dei ricapiti da costì che si risente molto penoso; chiama per ciò la vigilanza indicibile di Vostre Eccellenze a non differire punto quell’altra espeditione di dannaro più congrua, che conosceranno con l’amirabile sapienza loro, essentialmente bisognevole per l’occorenze necessarie di queste millitie, che non hanno d’attender il sostentamento d’altronde per il servitio che prestano che dalla loro somma providenza, la quale viene da me implorata con tutta l’humiltà maggiore a non ritardare l’espeditione della provigione stessa, con cui cessino quelli torbidi, che suol partorire la necessità in una militia disperata.
Sono pure capitati questa mattina li mille stara di sorgo turco et cinquecento di formento, giunti molto opportunamente, non però ancora scaricati, quali andarò compartendo secondo le saggie prescritioni di Vostre Eccellenze. Questi depositi però de’ biscotti, trovandosi somamente estenuati, come ho premesso con le suddette di 4, non suplendo ciò che rimane oltre il tempo del mese presente, nè essendo comparsa l’ultima provigione delli stessi, motivatami dalla Serenità Vostra in ducali di 14 genaro prossimo passato, chiamano il riflesso della sapienza Publica alla più spedita e celere espedizione de’ biscotti stessi, per quale io umilissimo le supplico, però che consumatosi questo tenuissimo residuo, io non averò modo con che sostenere le milizie di queste barch’armate et supplire è quel di più che alla giornata occorre.
Il Sangiacco di Scutari Giusufbegovich, dopo essersi trattenuto qualche tempo in Antivari et che con la sua dimora ivi aveva ingelosito questi confini e finalmente ritornato a’ dietro, siccome tengo molteplici rincontri con che restano cessati li sospetti, che apportava alla parte de Pastrovichi. Di ciò ne ho portato solecito ragguaglio alla prudenza dell’eccellentissimo signor Generale, con quel di più che merita la di lui notitia dovuta in pontuale adempimento de miei doveri, nel buon zelo che m’accompagna verso gl’interessi della patria. Gratie etc.
Cattaro a dieci marzo 1652.
Marco Bembo Provedior Estraordinario.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 3.
Trascrizione di Giulia Giamboni.


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