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19 giugno 1701 Marco Zen

Dispaccio del 21 novembre 1701

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
in duplicate ducali della Serenità Vostra dei 3 corrente, a 18 detto pervenutemi, rimarca l’humiltà mia l’honore specioso di diverse incombenze che vengono appoggiate al mio povero spirito, e come non ho premura che maggiormente mi occupi che il debito più vivo di render ubbidito al publico volere, così non ometterò di inserirmi colla sollecitudine maggiore per conseguirne l’effetto.
Non cessano le mie e le diligenze del conte Francesco Dal Tacco, Proveditor a’ Confini, in procurare le notitie degli andamenti e passi che si vanno facendo dagli austriaci, e come non si scuopre per anco alcuna mossa di militie, così si rileva la continuata spedizione de munitioni da bocca che viene fatta a Trieste dove, dopo esser state condotte molte farine che summa in tutte di quattrocento botte circa, vengono di presente colà trasportati formenti e biade da cavallo.
Et Fiume, Segna e Buccari capitano pure tali sorte di proviande in eguale, e forse maggiore, quantità, per quanto m’assicura il conte Dal Tacco, e credetti provengano dalla Crovatia, mentre le condotte seguono a schena d’animali e per strade difficili; anzi ricavati che il commissario imperiale destinato all’unione delle proviande stesse, passato da Fiume a Trieste, siasi poi nella settemana scaduta imbarcato per Venetia.
Alla parte sopradetta di Fiume è seguito il taglio di qualche porzione de roveri nei boschi, senza che possa per anco rilevarsi quali bastimenti venga divisato fabricare; a che per l’avvenire si starà con tutta l’attentione giusta le publiche premure per sapere se ne tagli de legni e fabrica de bastimenti s’impieghino maestranze sudditi della Serenità Vostra, se colà capitino barche d’Albania, se possa esservi intelligenza veruna con turchi negozianti, et ogni altro lume che fosse competente ai publici riguardi.
Il Capitano di Pisino, giurisditione imperiale, con sue lettere di 16 corrente mi ha ricercato la licenza, o passaporto di transito per questo golfo, di trecento stara circa di avena per servizio della cesarea razza in Lipizza, da esser levata dal porto di Lame, e condotta a Trieste, onde ho creduto di corrsiponderlo con termini d’ufficiosità e di rilasciarle con prontezza la ricercata permissione col riflesso al sempre praticato da miei precessori, e che ciò sia pure per incontrare nella suprema approvatione della Serenità Vostra.
Al confine con Trieste s’é portato in questi giorni l’Esattor de dacii di detto luoco a riveder et esaminar i posti per piantar i caselli già motivati, senza però dar principio a verun’operazione, mentre dicesi che sia per portar prima l’informationi alla Camera di Gratz per dipendere dalle commissioni che di la le pervenissero, da che può arguirsi che l’oggetto sia di impedire l’introdutione de sali di questo Serenissimo Stato in quelle parti.
S’intende pure perfecionata e coperta la muda già motivata sopra taule con fine sodetto di Trieste per impedir il trasporto de sali, senza però che sin’hora sia stata colà destinata veruna guardia.
Non ha mancato poi il mio debito di rilasciare gli ordini opportuni per far dar mano e pronta esecution così a Pola, come a Piran a quelle commissioni che la Serenità Vostra nelle ducali sudette mi fa tenere, e come non ometterà l’obbidienza mia di sollecitare per vedere quanto prima sia possibile l’adempimento delle publiche supreme premissioni in queste parti, così per ciò che riguarda l’operazioni divisate per questa città posso assicurare l’eccellentissimo Senato, che vengono da me giornalmente e senza il minimo ritardo riguardate, facendo agire in più luochi e travagliare le maestranze, così che ho il contento di vedere molto avanzati li lavori per la rimonta dell’artigliaria, ma perché mancano li chiodi per la medesima, come già ne humiliai riverentissimamente il motivo e la nota del bisogno, così hora crescendo la necessità di quelli, et altra ferramenta descritta nell’occluso foglio per perfetionare dieci lotti con venti loro rodoloni, che s’attrovano in stato d’essere uniti, ho fatto dal capo Pusterla dichiarare nel foglio medesimo la ferramenta stessa che a questa parte non si ritrova, ed imploro dalla publica auttorità la possibile celere provigione per poter vedere con pari solecitudine montata buona parte dell’artigliaria sudetta. Essaminato con tal occasione anco il bisogno di palle di ferro, per una moderata provegione ho fatto pur estendere nel foglio stesso la quantità et il genere che se ne ricercarebbe, perché dalla publica maturità possano esser prese le necessarie deliberationi.
Non è minore il bisogno a questa parte di piombo per far pale da moschetto, e sachetti da bordo, come pure di corda cotta, mentre di tali requisiti ne sono deficienti le publiche municioni, onde facio che nel foglio medesimo sia pure descritta la quantità che vi vorrebbe per una provisionale occorrenza, non lasciando nel tempo stesso di riflettere che le castelle e luochi della provincia si ritrovano privi di tali munitioni, e di polvere ancora, onde confido che la publica sapienza saprà colle misure et a tempo proprio provedere a tali indigenze anco per li luochi suddetti, mentre il foglio che humilio di presente non contiene che quanto può rendersi necessario per una moderata provigione di questa piazza solamente.
L’incarico poi di far seguir il taglio per conto publico ne boschi di questa provincia del maggior numero de pali che sia possibile, per l’occorrenze di terra ferma, et alle misure accennate, sarà da me puntualmente eseguito col riguardo che segua il taglio stesso ne boschi più vicini alle rive per maggiore facilità dell’imbarco, e sarà non meno attenta la mia devota applicatione ad impedire per l’avvenire gli abusi che purtroppo correvano, con tanto publico pregiuditio, per i tagli commessi da particolari de legni capaci per le publiche occorrenze, ma perché la dispensa per tale funtione delli ducati mille del danaro libero si rende inutile per questa povera cassa, come è ben noto alla publica sapienza, totalmente esausta di tal natura di soldo, e che meno coll’obbligato potrebbe supplirsi, mentre detratti li sette soldi per lira, e cinquanta per cento non vi s’attrovi, che sole lire 103, come dall’ammessa fede del vostro scontro, attenderò che dalla Serenità Vostra mi siano prescritti i mezzi con quali habbi a dirigersi la mia humilissima rassegnatione, per rendere anco in questo capo i testimonii più certi di quel studio con quale procurarò di render adempiti i venerati comandi dell’eccellentissimo Senato. Grazie etc.
Capodistria, 21 novembre 1701.

Marco Zen, Podestà e Capitanio.

Allegati: nota della ferramenta et balle et altri materiali che fa bisogno per l’artigliaria di Capodistria e di castello di Muggia (1 carta); certificazione in fede dell’entità del fondo presente nelle casse di Capodistria, da parte di un ufficiale della camera fiscale Giovanni Battista Vivari (1 carta).

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 82.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.