19 giugno 1701 Marco Zen
Dispaccio del 24 novembre 1701
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
dal Capitanio di Pisino, giurisditione imperiale a questi confini, mi vengono spedite per messo a posta l’ingionte, resemi queste note, colle quali mi riccerca l’assenso per l’imbarco e transito de grani nelli porti di Fianona e Leme, per incamminarli all’armata cesarea in Italia.
Ho creduto però di sospenderne io la risposta, e di rendere con qualche speditione di Brazzera da questa parte, solecitamente ragguagliata la Serenità Vostra di quant’emergeva, valendomi intanto del conte Francesco Dal Tacco, Proveditor a’ Confini, confidente del sodetto Capitanio, e del pretesto contenuto nell’ingiunte da me fatte scrivere per esso conte al Capitanio stesso, per poter poi uniformare la mia cieca ubbidienza a tutto ciò che mi fosse dalla publica sapienza prescritto, sperando che intanto non possa essere fatta in quelle parti alcuna novità.
Tengo notitia dallo stesso conte Dal Tacco che nel porto sudetto di Leme s’attrovino due latine, senza però sapere se li più d’essi siano sudditi della Serenità Vostra o d’altra natione, e che corra voce attendino il carico di legna, et persona sua confidente, che habita in quelle vicinanze, vengono dal detto conte Dal Tacco colle forme più caute ricercate le notizie d’ogni novità che fossero per succedere al luoco stesso di Leme, partecipandomi nel tempo stesso che capitati oggidì in questa città il Giudice al Maleficio di Gradisca con altra persona da Trieste, per consigliare certa causa civile, il giudice stesso le habbi raccontato, che diversi bastimenti di Fiume e Trieste ch’eran approdati nelli porti del regno di Napoli per il carico de sali, siano stati colà fermati e confiscati, et retenti pur anco i padroni, e che due de bastimenti stessi, guardati da due soli marinari che erano sopra cadauno, tagliate da questi le gomene, col favore del vento sia sortito fuggirsene, e ritornare nel loro porto di Fiume.
Continuavano intanto giornalmente le condotte de grani a Trieste, ne si sa per anco che vi sia mossa veruna di militie.
Il mio debito però non cessa di contribuire ad ogni parte l’attentione più fissa per raccogliere ogni altro lume che fosse degno della publica notitia, per non mancare a tutto ciò che fosse per incontrare nelle publiche premurose commissioni dell’eccellentissimo Senato, ingiunte all’obbedienza mia riverentissima con più mano di venerate ducali. Gratie etc.
Capodistria, 24 novembre 1701.
Marco Zen, Podestà e Capitanio.
Allegati: dispaccio datato 23 novembre 1701, col quale il capitano di Pisino barone di Raunach informa il podestà di Capodistria del transito dei grani per i porti di Fianona e di Leme (1 carta); dispaccio datato 25 novembre 1701 (!), indirizzato al podestà di Capodistria dal conte Dal Tacco, il cui contenuto è oscuro (si parla di una malattia contratta dal conte e si giustifica la lettura di un dispaccio da parte di un cancelliere di Capodistria) (1 carta).
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 82.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.