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9 agosto 1701 Alberto Barbaro

Dispaccio del 9 agosto 1701

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
sono troppo sensibili quell’angustie, ch’arrivando a ferire sino il più individuo degli huomeni, non lasciano neppure i spiriti in dominio della mente. Al confronto di queste non si resisteva l’indennità di me povero Alberto Barbaro, servo humilissimo della Serenità Vostra, già promosso a questa pretura d’Umago dai alti voti del serenissimo Maggior Consiglio. Non sì tosto fui eletto, che costretto da quell’inopia che mi circondava per le disgrazie mie sofferte, supplicai a’ piedi dell’eccellentissimo Collegio perché mi fosse corrisposto qualche parte di ciò che giustamente vado creditore, o per il resto di mio salario ch’ancor devo esigere del reggimento sostenuto di Portole, o per la provisione donatami dalla vostra sovrana munificenza, o almeno quattro paghe spettantimi per la presente intrapresa carica. La congiontura in cui supplicai rese però infruttuosa ogni mia più fervorosa instanza: onde stimolato dall’obligo, che mi correva, me ne passai a questa spiaggia provisto non di altro che di buona speranza. Condotto ora pertanto da quella dura necessità che non mi dà forma di prestare neanco l’allimento alla numerosa mia famiglia, risolvo di ricorrere nell’humiltà di questi inchiostri alla Serenità Vostra perché commosse le loro grand’anime da quel degno riflesso che merita il miserabil mio stato, si degnino impartire un solito effetto della sua pietà, col concedere mi sia fatta qualche contributione di ciò che per giustitia mi s’aspetta. Misurata la qualità del luogo ove m’attrovo con il decoro che deve alla fine sostenere la publica rappresentanza, conoscerano non haver io ad intraprender ricorso più decente; non poter loro essercitare carità maggiore a solievo della mia indigenza; ad honore della vostra grandezza. Grazie.
Umago, li 9 agosto 1701.

Alberto Barbaro, Podestà.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 82.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.