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21 ottobre 1702 - 1704 Ferdinando Priuli

Dispaccio del 21 ottobre 1702

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
come l’ubidire alla patria è debito indispensabile e preciso, così dove l’ubidienza decora il proprio nome è generoso premio il servizio stesso. Questo mio documento è motivo di tributare la più ossequiosa umiliazione alla Publica Maestà, che si è degnata adorarne la mia umile persona di questa grave rappresentanza. Mi è stata oggi resa dalla pontualità del nobil huomo ser Marco Zen, quale, adoprati tutti i methodi proprii d’un’ottima dirrezione, ha saputo essiger da questa provincia i più abondanti tributi di stima e d’amore, et ha terminato con universale aplauso la sua sanissima condotta.
Così voglia il Signor Dio assister al mio poco spirito, acciò imitando il virtuoso essempio, risentino questi sudditi meno sensibile il discapito del cambio.
Versano le mie prime aplicazioni a procurare di provedermi di sincere e prudenti corrispondenze, per render raguagliato opportunamente l’eccellentissimo Senato di quanto accadesse a questi confini, che saranno da me riguardati con la più attenta gelosia.
I vantaggi e risparmi possibili di questa Fiscal Camera, la provida sussistenza del Fontico e Monte di Pietà, saranno oggetti singolari del mio cuore, che nell’adempire ad ogn’altra incombenza procurerà di meritare non dirò la publica aprovazione, meta troppo inarivabile per le mie insufficienze, ma benigno compatimento, gratioso e solito dono della generosità dell’eccellentissimo Senato, ch’essige da questa mia condotta la più umile e rassegnata ubidienza alle sue sapientissime prescrittioni. Gratie etc.
Capodistria, 21 ottobre 1702.

Ferdinando Priuli, Podestà e Capitanio.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.