21 ottobre 1702 - 1704 Ferdinando Priuli
Dispaccio del 4 novembre 1702
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
si sono rassegnati all’obedienza di questa carica li tre ufficiali spediti dalla provida maturità dell’eccellentissimo Senato, due de quali, ben instrutti delle proprie incombenze, saranno dimani spediti uno alle occorrenze di Pola, l’altro a quelle di Muggia, risservando il terzo apresso di me per disponerlo dove più ricercasse il bisogno. Resta che mi venghi dato il modo di corrisponderli i stipendii assegnati, inhabile questa povera Camera a sostenere di gran lunga il peso ordinario di tanti altri salariati. L’illustrissimo mio precessore, astretto quasi a dover consolar molti negli ultimi periodi della sua degna reggenza, ha persuaso i conduttori de dacii più importanti a fargli gl’esborsi antecipati delle rate, che matureranno il mese d’aprile dell’anno venturo; a me sono restate lire 17, e le giuste premure degl’illustrissimi signori Consiglieri, Ministri et altri creditori, che giornalmente mi pressano. Il dacio dell’oglio, unico sostegno di questa povera Cassa, corre per conto publico, e l’emergenze del golfo, che non hanno permesso in quest’anni alla galeotta di scorrere liberamente queste rive, come pure per i medesimi riguardi sospesa l’inquisitione solita pratticarsi da ogni reggimento, hanno dato adito a’ contrabandieri di valersi della congiontura e defraudare i dritti a questa Camera. Se paresse però alla Publica prudenza, che colta la congiontura dell’entrante invernata, staggione anco propria e solita d’essequirsi l’inquisitione sudetta, mi portassi sollecitamente ad adempire a questa tanto necessaria parte, lasciando all’abilità dell’illustrissimo signor Domenico Trevisan, Consiglier più vecchio, coll’assistenza di questi signori Deputati et signor Conte Francesco dal Tacco, Proveditor ai Confini, l’incombenze di quanto ricercasse di più il publico servizio, con ordine di raguagliarmi giornalmente di quanto andasse emergendo, crederei proffittevole assai al publico interesse la mossa, senza di che sarà difficile l’affittar quei dazii. Potrei anco adempire a questa parte con la mia permanenza in Pirano, piazza principale del negozio d’oglio, e colà far rassegnare a questa carica i libri e i rendimenti di conti dagli altri luoghi circonvicini, siché o in una forma, o nell’altra possi haver qualche riparo questo importante publico patrimonio, che giornalmente va precipitando, e che mi necessita ad importunare l’eccellentissimo Senato, per essiger le sue prudentissime commissioni a norma della mia rassegnata obedienza. Gratie etc.
Capodistria, 4 novembre 1702.
Ferdinando Priuli, Podestà e Capitanio.
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.