8 aprile 1651 - 1652 Marco Bembo
Dispaccio del 6 aprile 1652
N. (senza numero).
Serenissimo Principe,
sotto li 18 del caduto mesi, diversi pieghi di mie lettere et altre publiche scritture per l’eccellentissimo signor Proveditor Generale Foscarini io consegnai a Piero Calugerovich di questa giurisditione, che per proprie occorenze con sua barca se n’andava a trovare l’Eccellenza Sua ingiongendoli tutte l’avertenze e solecitudine perchè sicure et senza ritardo capitino all’Eccellenza Sua; fu egli trattenuto da tempi contrarii li due giorni susseguenti, così che la notte di 29, venendo li 30, se ne sortì dal canale molte hore inanti giorno et, impassando per il ponte di Molonta, fu lui agredito da Turchi di Castel Nuovo che con due barche se ne stavan in aguato, assistiti da grosso numero d’altri per terra: sorpreso et arestato con altri due che seco erano, impadronendosi con li tre predetti anco d’alcune poche robbe che tenevano et delle lettere tutte ch’erano nelli detti miei pieghi et altre parli, tra quali anco quelle del signor Cavalier Bolizza di rilevanti conseguenze, per ciò che poscia mi ha rapresentato, mentre contenivano alcuni foglietti di Ragusi. Hebbi l’aviso il giorno di Pasqua, adollorato vivamente sul riflesso dell’importanza de dispazzi stessi, ne gli erano invlusi diversi avisi de confindenti et li roli di queste militie e di quelle delle barch’armade. Aplicai subito l’animo mio devotissimo a procurarne la loro recuperatione, tanto più quanto che sperai che dentro Castel Novo niuno sapesse legere il nostro caratere e dandomi qualche speranza la consueta venalità di quei Turchi, mi prevalsi del Capitano Andrea Petrovich da Perasto incaricandolo all’imediata ispeditione di messi al più authorevole et affetuoso suo corispondente in quella città con l’istanze per la recuperatione d’esse lettere, sotto pretesto che siano private et di nogetii mercantili e giuridici, con offerta d’alcun conveniente regallo. Il seguente giorno di lunedì hebbi sentore col mezo di un schiavo capitato da Castel Novo, che dette lettere si trovavano in potere del turco Hazagliich, strettamente congionto col turco Ciplacovich, amico confidentissimo di Patron Ellia di Luca Perzag(?), così che riputai profficuo d’attentare anco questo mezo per si importante recuperatione, prima che le lettere s’espediscano al Bassa della Bosna o a Ragusi per la lor tradutione, facendo che detto Patron Ellia riespedisca immediatamente il schiavo perchè in suo nome riporti al Ciplacovich predetto d’e(?)re tra dette lettere arestati due suoi pieghi, con scritture dentro d’affari mercantili et ligiosi, pregandolo per ciò a mandar tutte le lettere altre. Col ritorno del detto schiavo seguito mercordi con lettere d’esso Ciplacovich ad esso Patron Ellia, s’hebbe la sicurezza della restitutione di tutte le lettere, ma che non puotevan haversi senza qualche spesa, invitandoli ciò a portarsi presso Castel Novo, ove sarebbe egli Turco capitato et abbra(?) seco per la perfetione di tale negozio et dandole sua parola e fede della sicurezza. L’importanza di tanto affare mi constrinse a braciar il partito et col detto Patron Ellia aventurare il mio cancelliere in un habbito per riconoscere le lettere stesse. Seguì l’altro heri il lor congresso et si come la fede data fu perfetamente custodita, cosi nel particolar importante d’esse lettere, han proceduto con sagacissima fraude, per tant’havendo tutte esse lettere apperte senza le sopracoperte delle da me dirette all’eccellentissimo signor Generale et quantunque ne miei pieghi tutto s’hebbi ricuperato, in quello però del signor Cavalier Bolizza si sono trovati mancanti gl’accennati foglietti di Ragusa, come pur mancano alcun’altre private. Per la recuperatione d’esse lettere han tenuto altissima la tensione sino di cinquencento reali, havendo motivato saper il loro tenore supponendosi che l’habbino fatto legere da un soldato oltramontano la decorsa estate fugito da questo pressidio, et finalmente si sono riddotti a cento reali et otto brazza di panno; et in tanto fruttuosa io riconosco la loro recuperatione in quanto che la probabilità persuade che non ardiranno al Bassa della Bosna et altri capi comandanti comunicar la continenza d’avisi per non acusar la propria dellinquenza gravissima delle restituite lettere; et se si recuperaranno li foglietti di Ragusi trattenuti, per quali dal stesso Patron Ellia s’è fatta nuova espeditione del detto schiavo, su la parola datale che se alcuna cosa mancarò le trasmetteranno, crederò che inutile non sia la spesa fattasi sin hora di reali quaranta erborsatili prima del dipartirsi, con promessa de restanti sessante et delli otto brazza di panno, quali a me pare haver giustissimi pretesti a non contribuire, si per essersi date le lettere violate, come per non essere intere, ne mancarò di sostenerli così che conoscano devenir da loro il mancamento. All’eccellentissimo signor Provveditore Generale ho ispedite le lettere stesse con precisa rellatione dell’accidente accaduto per sua dovuta notitia, come pur lo porto alla Serenità Vostra. Gratie etc.
Cattaro a 6 aprile 1652.
Marco Bembo Proveditor Estraordinario.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 3.
Trascrizione di Giulia Giamboni.