21 ottobre 1702 - 1704 Ferdinando Priuli
Dispaccio del 15 novembre 1702
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
la comparsa de’ francesi nell’acque di Pirano ha richiamato in città li Generali d’Herbestein e d’Heiister; il primo s’attrovava a godere la quiete della villa; il secondo, doppo haver dato la marchia alle sue truppe per li quartieri d’inverno, s’era portato a Gradisca e Gorizia, da dove prima della sua partenza ha fatto scortare in Trieste due grossi pezzi di cannone, che saranno montati sopra le nuove fortificationi a marina, per assicurare quella città da ogn’altra molestia. Altri quatro pezzi di cannone e diversi carri di monitioni da guerra sono passati in Timino, dove s’atrova un ingegniero che lavora indefessamente a fortificare quel posto, e in breve si porterà a quella volta il General d’Haiister, per riveder quelle operationi.
Cessano, ch’è qualche giorno, di calare altre militie in Trieste; non così le proviande, che vanno, benché più lentamente, continuando, computandosi a quest’hora raccolte per 12 mille stara tra farina e formenti, oltre altra maggior quantità che s’attrova nelle parti superiori, ch’era pure in viaggio per quella volta, e che pressento che hora ne resti sospeso l’avanzamento. Come però queste inchiete sono di gran lunga superiori al consumo di 5 mille soldati che si calcolano tra il pressidio di quella città e disposti a’ quartieri, così non vi è dubio habbi da passar in altra parte. Quali siano i bastimenti destinati al trasporto e le necessarie scorte farò il possibile per penetrarne e raguagliarne l’eccellentissimo Senato. Con quanta avversione sono veduti i bastimenti francesi dagli imperiali in queste vicinanze, con altrettanto odio riguardano i Piranesi, imputati sempre complici d’ogni risoluzione; et se la prudenza de commandanti non reprimesse li sussuranti Consigli del popolo e militia di Trieste, scorreriano quegli innocenti terrieri qualche grave infortunio. Tra queste però apprensioni, e tra i disturbi che gli vengono portati da’ francesi, benedicono con fedelissimi sentimenti il Publico Nome per l’assistenza che gli ho mandato del Sargente Maggiore Gualazzi, havendomi fatta far instanza che non gli sia levato prima ch’eschino da questi imbarazzi. Io vado alimentando tutta la buona corrispondenza con commandanti a questi confini, come potranno Vostre Eccellenze vedere dall’inclusa del signor General d’Haiister, che concerne anco il ringratiamento per il permesso passaggio alle sue truppe, alla quale per espresso mi ha fatto aggiongere in voce i più cortesi sentimenti. M’avisa l’illustrissimo signor Podestà di Pirano esser stato ricercato da quel commandante francese a facilitarli l’essito di certa summa di formento, che hanno sopra de vasselli, portione della quale volevano che se gli permettesse riddur in farina a quei molini. Havendo però pressentito che habbino levato detto formento a bastimento di questo Serenissimo Stato, ho creduto bene rispondere che venghi divertito l’incontro dell’essito, col allegare esser già quella terra sufficientemente provista, e dalla macina scusarsi col pericolo che possino esser contaminati gl’importanti riguardi di sanità.
Questa publica feluca è così fracida che l’arte non ha potuto arrivare a renderla in stato d’esser spedita alla Casa dell’Arsenal. Negl’incontri che haverò di qualche grosso bastimento, la farò levare acciò ne segni la consegna. Supplico in tanto la generosa publica providenza ordinare che sii celeremente provisto di questo picolo legno, ma altretanto necessario nelle presenti congionture; come pure v’è ugual bisogno d’una tenda per la galeotta, a riparo di questi poveri soldati. Le stravaganze de’ tempi mi fanno esser tuttavia senza le publiche venerate commissioni, sospirate dalla mia humilissima ubidienza. Gratie etc.
Capodistria, 15 novembre 1702.
Ferdinando Priuli, Podestà e Capitanio.
Allegato: dispaccio del generale d’Heister (1 c.).
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.