21 ottobre 1702 - 1704 Ferdinando Priuli
Dispaccio del 21 dicembre 1702
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
rillevo da Trieste che 300 in circa crovati siano stati licentiati per le loro case, e che quando non si mutino dispositioni, doverà seguire lo stesso d’altri 1.200, in oggetto, si crede, di sgravar in parte dal peso de quartieri quei loro sudditi, pur troppo angariati da continue violenze e rubberie. Quelli di Vostra Serenità godono mezo all’armi un singolare rispetto, non havendo sin hora havuto ricorso che quello del svalleggio già ripportato all’eccellentissimo Senato, e che haverà a momenti la sua intiera reparatione. Si è portato l’altro giorno in questa città un Capitanio di cavalleria confinante, per provisioni di vitto; col pretesto però di farli assistere in quello li occorre, gli ho spedito al fianco, in mancanza d’altri ufficiali, il Tenente di questa galeotta, huomo prudente e che presta un ottimo servitio. Hanno versato i di lui discorsi in disperate essagerationi del suo General d’Haiister, dolendosi che havendoli condotti in queste parti per un solo mese, hora li conviene, senza la corrisponsione delle loro paghe, morirsi da dissaggi e da fame, per il che si protestano che li converrà in breve abbandonar l’insegne, onde ne risulta una pochissima dirretione nel render nell’istesso tempo mal contenti i sudditi e le militie. È comparso avanti di me un suddito di Trieste, gravemente dolendosi d’haver incontrato nella terra di Pirano molti insulti e minaccie, con espressioni di qualche riflesso, per il che gli è convenuto abbandonar certo pesce salato che haveva comprato, e fuggirsene alla sua barca. Io l’ho accertato di tutta la buona giustizia, ma come son sicuro che costui porterà avanti i suoi commandanti una streppitosa relatione, così ho creduto proprio prevenir ogni ufficio che mi potesse esser fatto, col trasmettere l’indolenza all’illustrissimo signor Podestà di Pirano, acciò, rillevato il disordine, mi rimetta i lumi necessarii, onde possi devenire a quei opportuni compensi che vagliano a continuar la placida corrente della buona corrispondenza.
Dal signor Conte Giulio Pettaz mi viene essibito per le galere di Vostra Serenità un da lui condannato, con le conditioni che Vostre Eccellenze comprenderanno dall’incluso lui foglio. Intanto che mi arrivino i publici venerati rescritti, procurerò di rillevare la summa della spesa che dovrà correr in quest’affare. Soggetto pure a Publica notitia l’ingionte relationi del Sargente Maggiore Gualazzi, concernenti l’operato in Pirano, in obedienza di venerate ducali 10 zugno decorso, e li danni rissentiti in quelle muraglie e porto per l’ultime burasche di ma(...), per le deliberationi proprie della Publica Sapienza. Gratie etc.
Capodistria, 21 decembre 1702.
Ferdinando Priuli, Podestà e Capitanio.
P.S. in questo punto mi capitano le ingionte notitie, che restano rassegnate alla Publica Sapienza.
Allegati: dispaccio del podestà di Pirano, concernente i danni provocati dalle tempeste (1 c.); dipaccio del conte Petaz di San Servolo, riguardante il trasferimento di un condannato (1 c.); relazione sullo stato e sugli spostamenti delle milizie imperiali in Trieste (1 c.); note delle costruzioni eseguite a Pirano (1 c.); nota dell’artiglieria montata a Pirano (1 c.); relazione dei danni provocati dal vento a Pirano (1 c.).
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.