19 giugno 1701 Marco Zen
Dispaccio del 20 gennaio 1702
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
mentre stava in attenzione il mio debito per render ubbidite le supreme commissioni della Serenità Vostra in ducali 17 novembre decorso, facendo invigilare per scoprire le barche cariche de formenti che approdassero a questa parte, coll’oggetto di disponere li parcianevoli d’esse a portarsi costà, in conformità del prescrittomi, ho rillevato che agl’ultimi decembre spirato una di quelle di Pelestrina, ch’offeriva formento al Fontico di Pirano, ove non potè convenirsi di prezzo, sia stata ridotta a Parenzo et habbi scaricato colà stara 850 in circa formento, comperato da un tal Andrea Bullo, per il che estesomi a rilevare la vera positura dell’affare, mi risulta per apunto assicurarmene e sapere che il formento stesso sia parte in di lui casa, et il rimanente appresso Antonio Pavan, per il che ho fatto commettere a quello che non debba disponerne senza l’ordine della giustizia. Il fine per il quale sia statto colà inchietato (!) il formento medesimo, come non ho potuto rillevare quale sia, così non so ne meno congiutturarlo, e tanto più quanto che altra volta, per quanto risulta dall’informationi assunte, spedì lo stesso Bullo formento per mare, senza sapersi dove, onde vedendolo tuttavia fermo, né per anco disposto, e rifflettendo alle correnti contingenze, ho creduto mio dovere non meno che del publico servitio pratticare la cautella sodetta di farlo fermare nelle mani del Bullo predetto, humiliandone all’Eccellenze Vostre il raguaglio riverentissimo, per rassegnarmi et ubbidire a tutto ciò che dalla publica auttorità mi venisse prescritto. Gratie etc.
Capodistria, 20 gennaio 1702.
Marco Zen, Podestà e Capitanio.
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.