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19 giugno 1701 Marco Zen

Dispaccio del 7 aprile 1702

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
avvicinandosi il tempo nel qual è solita farsi questa carica la visita della provincia in ordene a’ supremi decreti della Serenità Vostra, havevo anco destinata la mia mossa per li 19 corrente, coll’oggetto di poter principalmente praticare le rassegne generali dell’ordinanze, quali più in questa staggione che in altri tempi s’attrovano pronte al publico servizio, ma le presenti congiunture non mi lasciano senza il dovuto riflesso se l’assenza mia da questa città possa render alcun pregiudicio all’interesse della Serenità Vostra riguardo le gelosie che portano le navi francesi a questi litorali austriaci, e particolarmente alla città di Trieste, ch’è qui tanto vicina.
Quanto fu da me partecipato in lettere 29 spirato e del giorno di hieri d’intorno ciò che corre in tale proposito, et il debito d’attendere quelle commissioni che dall’eccellentissimo Senato mi potessero esser ingionte, anco sopra l’antecedenti mie di 2 marzo decorso, servono di maggiore impulso alla mia professata puntualità d’humiliare quest’ossequioso motivo alla publica sapienza, per inchinare i sensi supremi della Serenità Vostra e rendere cogl’atti d’una cieca obbedienza nuovi testimonii della rassegnatione e del zelo che m’accompagnano verso il publico adorato servizio. Gratie etc.
Capodistria, li 7 aprile 1702.

Marco Zen, Podestà e Capitanio.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.