19 giugno 1701 Marco Zen
Dispaccio del 2 giugno 1702
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
quanto sono abbondanti le proviande che da pochi giorni continuate arrivano nella città di Trieste, altretanto soleciti sono colà gl’impieghi per l’imbarco delle medesime, mentre a ciò viene incessantemente applicato, dissegnandosi di farne a momenti col benefficio di marsigliane e trabacoli che s’attrovano in quel porto, in parte già cariche, la possibile copiosa spedizione a Ponta di Goro. Le scritte tartane e bergantini de segnani hieri sera si dilattorono nel golfo per iscoprire se si vedevano le navi francesi, con dissegno di poter intraprendere la scorta e meglio assicurare la condotta delle proviande medesime; e mentre le navi stesse al numero di tre, colle due tartane già prese a Veruda, si sono lasciate vedere in faccia di Parenzo, doppo l’accaduto colli bergantini segnani al scoglio in Rovigno, rendendo il bordo verso Pirano, senza però maggiormente avvicinarsi a Trieste, credesi che possano riddursi nel solito loro posto ad Orsera, né traspira se habbino dissegno alcuno d’ostare alli trasporti delle proviande sodette poiché anzi corre voce universale, che all’eminentissimo d’Etrey sia pervenuto l’ordine da Parigi di commetter loro la partenza da quest’ague.
Non è minore la solecitudine colla quale marchiano anco trupe todesche et crovate nella città medesima di Trieste, dove, arrivato il General Conte d’Erbestain, pressidente di guerra, dicessi habbi la plenipotentiaria facoltà sopra di quelle, e che il Conte di Lambergh habbi lui condotto la milicia crovata, così che al presente s’attrovano in essa città circa mille soldati.
Viene però giudicato che parte di questi possano essere spediti con prima occasione sopra il convoglio delle proviande all’essercito, mentre si rende per altro molto gravosa la dimora de medesimi colà. Non tanto per l’incomodo che reccano, poiché sono statti disposti li loro alloggi sino nei conventi, che per le rapine a’ quali hanno dato principio con molto danno e spiacere di quei sudditi.
Si dice che siano in marchia per quella parte molt’altre truppe, e particolarmente buon numero d’eretici, così che compresi 6 mille huomeni che s’attrovano dispersi per l’Istria imperiale, qualche buon numero di cavaleria, che resta distribuita ne castelli di quei contorni in defficienza d’alloggi a Trieste, e 2 mille che s’attrovano nel contado di Goricia, se n’attendano sia al numero di 20 mille e più, rittratta da me tale noticia da persona confidente che tiene corrispondenza in Trieste, dove per anco non si traspira il loro dissegno.
Mentre però non ommetto di far pratticare con ogni cautella la buona custodia di questa città, non trascuro nel tempo stesso d’estendere le diligenze possibili per havere la sicurezza e certezza maggiore del numero preciso di tale milicia e de suoi dissegni, coll’oggetto d’avvanzarne il raguaglio solecito a publica noticia.
Repplicatemi l’instanze dalli Consiglieri Camerali di Trieste per la rillassatione da queste priggioni del liberaiter rettento dal commune della villa di Carisana, tener di Muggia, per l’accaduto in esso luoco, come humilmente soggettai a’ riflessi dell’eccellentissimo Senato in mie di 21 e 22 maggio spirato, viene da me differita la positiva risposta, contenendomi con termini generali e d’ufficiosità, sino a tanto che dalla Publica Sapienza mi venga prescritto il modo di dirigermi, mentre detti Consiglieri m’accennano dover dell’esito di tale affare portarne le noticie all’eccelso tribunale cesareo in Gratz, e però mi supplico sopra ciò le publiche supreme prescrittioni. Gratie etc.
Capodistria, 2 giugno 1702.
Marco Zen, Podestà e Capitanio.
Allegato: relazione sugli scontri tra segnani e francesi (1 c.).
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.