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19 giugno 1701 Marco Zen

Dispaccio del 24 giugno 1702

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
in ducali 14 e 17 corrente rilleva il mio riverentissimo debito l’incarico di sempre più internarsi nel riccavare ciò che succeda verso Trieste, per iscoprire massime il numero della milicia colà dispersa, et havere ogni altro più distinto lume, e come procurarò di adempire colle cautelle proprie al publico commando, colla speditione a quella parte di persona capace, perché sotto altro prettesto habbi a rittrahere con fondamento e sicurezza ciò che di là venga innovato, così non lascio in tanto d’humilmente rifferire a publica noticia che la notte di 21 corrente partirono dal porto di Trieste per Ponta di Goro diversi bastimenti carichi di proviande, cioè un pettachio et una marsiliana dell’Arigoni di detta città, ma con marinarezza di Fiume, armato il primo di sette periere e quattro canoncini, et la marsiliana di periere solamente, e l’altra marsiliana pure di Fiume con le sue periere, quattro lattine, due del Friuli imperiale e l’altre due di Rimini e Fermo, colla solita marinarezza, come pure un trabacolo grande armato di quattro periere et 25 soldati, essendo partita con tale convoglio, credesi per scorta e sicurezza del medesimo, la nave inglese montata di 160 soldati, cioè cento di quelli vengono arrolati in Trieste di natione furlana, et il rimanente crovati, oltre 60 marinari con una peota et altra feluca, armate delle solite, servire per scorrere coll’iscoprire il mare.
Non cessano in tanto di capitare nuove proviande in Trieste, né scarsa è la fama, che va correndo, dell’arrivo di molta milicia, essendo disperso qualche numero di cavaleria sotto il territorio di Trieste e luochi convicini, et fantaria nel contado di Pisino, da dove tengo possi arrivare di breve un corpo di crovati, rissentendo quei sudditi non pocco incomodo e preggiudicio, non solo riguardo li danni che gl’apportano le milicie, che per pocca sicurezza del comercio.
Ho creduto però non dover trascurare il raguaglio dell’espeditione di tali proviande all’Eccellenze Vostre ad ogni buon fine, come non ometterò di impiegare tutto me stesso per uniformarmi essatamente a quel più che mi resta nelle precitate ducali dell’eccellentissimo Senato prescritto. Gratie etc.
Capodistria, 24 giugno 1702.

Marco Zen, Podestà e Capitanio.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto