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19 giugno 1701 Marco Zen

Dispaccio del 10 luglio 1702

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
sopra la voce, che da qualche giorno correva in Trieste, che d’ordine di Sua Maestà Cesarea dovessero disarmarsi non solo il vassello inglese, ma pur anco gl’altri legni che servirono di scorta alle speditioni che venivano fatte di proviande per Ponta di Goro all’armata, è stato sempre attento il mio debito ad osservarne l’effetto, e m’è anco sortito nella decorsa notte d’haverne la sicurezza.
Hieri mattina per tempo furono per apunto disarmati il vassello predetto, li bregantini et altri legni sodetti per levare da medesimi li canoni e periere, riposte nelle municioni di Trieste, anzi hieri sera verso la notte partirono quelli di Fiume e Segna prendendo il viaggio loro verso la propria patria, venendo solo tenuta la fusta da Trieste armata come prima, dicessi per servicio del General d’Eberstain, quale però non s’è veduta per anco in corso, trattenendosi di continuo nel porto. Rimesso colà pure il vassello inglese, si dice che possa venir caricato di proviande per Ponta di Goro.
Nella decorsa settimana fu spedito da Trieste, per quanto mi viene rifferito, uno de bregantini armati a cotesta parte per rifferire al signor Ambasciator cesareo l’arresto pratticato da segnani d’un bastimento di due coperte carico di sale, e per haver ancora l’ordine se dovessero continuarsi le speditioni di proviande per Ponta de Goro, mentre ne restarà di presente sospeso il carico, tutto che giornalmente ne succedano abbondanti le condotte in Trieste; e, perché in quest’hoggi s’è dato mano con molta premura alla continuatione del carico, giova il credersi che tale sia statto l’ordine del sudetto Ambasciator medesimo.
Riccavo anco che un pettachio e due marsiliane di Fiume, che hanno servitto per il trasporto delle proviande stesse, possano essere statte licentiate, e che habbino divisato in Trieste di caricarle di sale, acciò, coll’occasione del rittorno loro a Fiume e Bucari, habbino a lasciarlo colà havendo anzi dato principio al carico stesso.
Il bastimento fermato da segnani con sale è di raggione d’un paron di Barletta, quale, per timore de francesi, non havendo approdato a Fiume per farne colà l’esito, si portò a Ponta di Goro coll’oggetto di venderlo all’armata, ma, sorpreso il bastimento stesso da segnani in quell’aque sin tempo che il patron medesimo s’era portato in terra col copano, l’hanno svaleggiato de danari e mobili, levandogli qualche pocco oglio, e poi condotto a Trieste, havendo fatti sbarcare tutti li marinari ch’erano spagnoli, alla risserva d’uno solo che per essere del Statto pontificio hanno seco loro condotto, procurando di presente il patron medesimo di recuperarlo, mentre affidato dal General d’Erbestain s’è questa mattina portato a Trieste per conseguire ciò che gli fosse accordato in compreda del sale.
Il patron Andrea del Moro, di questa città, ch’è statto l’unico che s’è trattenuto al servicio de cesarei nel condur proviande a Ponta de Goro col trabacolo di cotest’ebreo Leon Gentili, partitosi coll’ultima condotta nel mese decorso, non è più ritornato, anzi riccavo che doppo haver scarricato colà le proviande se ne sia fugito dalla conserva, e se bene chiamato all’obbedienza gliel’habbi negata, e possa essersi portato sottovento, così che impossibile riesce l’arresto di sua persona, prescrittomi in riverite ducali di 23 giugno spirato, e procurato da me molto tempo prima, poiché fattolo cittare a prettesto di esser essaminato, con ordine lasciato alla sua casa, sendo absente, non curò comparire.
Con altre ducali di primo corrente vengo incaricato a rillevar il nome e la conditione del francese che s’intitola Console della natione in Rovigno, e che ha rilasciato il passaporto al Proveditor di Barca, come avvisa l’eccellentissimo signor Proveditor General di Dalmazia, sopra di che dirò humilmente essere questo un tal Bortolo Noveau, da dodeci anni circa habitante nella terra di Rovigno, apunto di nacione francese in ettà d’anni 36. All’arrivo suo colà s’accompagnò in matrimonio con donna vedova di quella terra, colla quale procreò figli; vive delle sue industrie coll’essercitio della chirurgia. In occasione che le navi francesi si trattenevano ne mesi spirati colà, il detto chirurgo provedeva loro il bisogno de viveri, quali partite si trattiene tuttavia in Rovigno nel posto come di prima. S’estenderà però in tanto il mio debito a rillevare pur anco il fondamento col quale da lui venga essercitato l’impiego di Console, con ogn’altro lume che servir potesse di publico servizio.
Essercitandosi l’armo di questa piazza, e montata l’artigliaria ne posti tutti ove riccerca il bisogno della città, ho fatto pure restaurare le due piazze basse al castello, quale resta istessamente ben proveduto di artigliarie, havendo fatto passare nel medesimo una competente provvigione di balle e polveri, in hore della minor osservatione, così che sono di presente muniti e ben guardati li posti stessi e la città medesima nella miglior apparenza, applicando incessantemente il capo Giovanni Muvio Pusterla alla consumatione d’ogni altra sua incombenza doppo haver costrutti li rastelli alle porte, e formati li caselli per le sintinelle, sperando che in pochi giorni possa essere il tutto perfecionato.
Continua in assidue diligenze anco il Sopraintendente Sala per amaestrare li soldati dell’ordinanze, e sì come l’indefessa sua applicatione ha potuto coll’uso di frequenti essercitii vantaggiar di molto li Capitanii et officiali ch’erano all’oscuro di certe regole, così ho havutto il contento d’assistere io pure personalmente agl’essercitii medesimi et assicurarmi della puntualità colla quale adempiscono alle proprie parti, sperandosi che possano gl’officiali col comunicare l’instruttioni a’ soldati, facilitare a questi pure il modo di rendersi sempre più habili all’ocasioni del publico servicio.
S’è lui portato per le ville di questo territorio non solo, ma per molt’altre della provincia per disciplinare i soldati, e senza risparmio di fattica, va supplendo a tutto ciò che gl’incombe, havendo terminata la visita di questo territorio et anco della compagnia di Portole.
Mi rifferisce lui varii essentialissimi difetti, e mancanze che riccercarebbero in caso di bisogno i compensi della publica auttorità.
Consiste il numero de soldati delle due compagnie sodette in 992, 529 de quali armati, gl’altri sono senza moschetti al numero di 459, e nel numero delle 529 armati, se n’attrovano 227 col moschetto inutile, così che fra tutto il numero di 992 soldati solo 252 tengono il moschetto buono, mentre gl’altri o sono senza, o l’hanno inutile, sendo poi tutti e senza spada e senza bandoliera, considerando il Sopraintendente stesso che l’uso dell’azzalino a questi villici fosse per riuscire di maggior loro facilità, e di miglior publico servicio ancora, e mentre va lui avvanzando l’osservationi proprie anco per gl’altri luochi della provincia mi lascia il pedelista delle due compagnie sodette, quale rassegno all’eccellentissimo signor Savio all’Ordinanze, per quell’altre rifflessioni che fossero credute opportune da Sua Eccellenza.
In questo passo devo humilmente soggettare a’ publici riflessi che qualche nuova speditione di moschetti si rendarebbe molto neccessaria, mentre privi tanti soldati di tal arma non compariscono alli mostrini, e restano perciò privi di quell’essercitio che può dar loro la cognitione dell’uso dell’armi, con tanto publico disservicio.
In tanto si va prestando da me continuata l’attenzione a confini tutti della provincia, dove niente di nuovo insorge, risservandomi al rittorno che farà di momenti la persona spedita verso Goricia et altre parti, per rillevare ciò che colà vi fosse di novità, di solecitamente rifferire ogni particolare all’eccellentissimo Senato, in essecutione del commando pervenutomi nelle ducali 14 giugno spirato. Gratie etc.
Capodistria, 10 luglio 1702.

Marco Zen, Podestà e Capitanio.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.