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19 giugno 1701 Marco Zen

Dispaccio del 31 luglio 1702

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
doppo il corso d’un anno intiero resta finalmente terminata l’opera della rimonta dell’artigliaria di questa città, suo castello e di quello di Muggia in suma di cinquantatre pezzi in tutti, non che restano proveduti li porti del bisognevole; sono tutti rissarciti li castelli predetti, quello di Muggia colla costruzione di qualche parte di mura caduta, l’altro di questa città coll’haverlo fatto restaurare, mentre le sue piazze basse ch’erano cadenti sono statte nella possibile maniera provisionalmente accomodate, alzato il terreno delle medesime, e dell’altre ancora della città, fatte salizar tutte con l’altre di pietra, coll’oggetto di presservare i rodoloni dell’artigliaria, provando il contento di vedere ridota questa piazza in miglior apparenza e decoro publico, mentre, fatto l’armo della medesima e suo castello, resta l’artigliaria stessa distribuita a’ suoi posti, e proveduto di tutto ciò che si rende neccessario al maneggio d’essa.
Sono pure intieramente perfecionati li caselli per le sentinelle a’ luochi proprii, e formati li due rastelli alle porte principali della città, ed in tal modo suplito a tutto ciò che in più mano di riverite ducali dell’eccellentissimo Senato m’è statto comesso.
La spesa tutta occorsa in tali operationi, et altro non eccede le lire 8.021, nella qual suma però sono comprese lire 1.735, soldi 8, some 1.132 calcina, sabione e pietre che s’attrovavano a publica disposizione, oltre l’importar del taglio, sega e condotta di mille palli circa, et molti tavoloni di Rovere, benché qualche piciola parte d’essi materiali ne sia statta impiegata nel rissarcire le piazze basse di questo castello, e restaurare quello di Muggia, potendo attestare alla Serenità Vostra che non ha il mio debito risparmiata fattica né applicatione per minorare il publico dispendio, sì negl’accordi vantaggiata colle maestranze, che nel corso di tanto tempo si sono continuamente impiegate e nelli tagli, sega e condotte de legni, che nella proviggione de materiali sodetti, ed humiliarò le note distinte della natura del soldo consunto di ragione obligata all’eccellentissimo signor Savio Cassier, per li giri neccessarii a credito degli eccellentissimi Magistrati a’ quali spettasse, et a riscontro delle dispense che dall’eccellentissimo Senato in più ducali me ne furono fatte alla summa in tutto de ducati 1.400.
Il capo Giovanni Mucio Pusterla, che col figlio nel corso intiero dell’anno sodetto ha incessantemente travagliato nell’operationi predette, è statto da me accompagnato al Magistrato eccellentissimo all’Artigliaria, e come ha molto facilitato colla di lui habilità al buon esito dell’opera, così mi trovo in neccessità di descriverlo a Vostra Serenità per huomo ch’oltre l’attitudine sua, ha pure tutto il zelo per il publico serviggio e vantaggio, rincrescendomi che nelle ristrettezze ben note di danaro libero di questa Cassa, non habbi potuto contribuire a medesimi le paghe di mesi dodeci, mentre con fattica gl’ho sodisfati per soli mesi cinque. Prima di licentarlo però fu da me spedito a Pirano, ad osservare l’operationi che si vanno da quella communità incaminando di publica commissione, e particolarmente per rivedere l’artigliaria che colà viene rimontata, dove ha lasciato dissegni e regole proprie per facilitare l’operationi stesse.
Ho creduto in tanto di far formare un diligente inventario dell’artigliaria tutta e suoi apprestamenti, facendo ben custodire quella che, non esposta, si rittrova nelli publici depositi, quale restarà consignata al municioniere, quella del castello al Capo de bombardieri che habita in esso e l’altra di Muggia, sarà raccomandata alli reggenti di quella communità, ad oggetto che nelle mutationi che potessero accadere de Castellani non si disperda.
Anco delle restanti municioni che per il passato s’attrovavano senz’alcuna publica cautione in questi depositi ne faccio fare la descrittione più distinta, onde non si smarisca per l’avvenire con publico preggiudicio, e farò che tali inventarii e consegne si conservino anco in questa Cancelleria, acciò habbino in ogni tempo a servire a publico benefficio e vantaggio.
Licentiato da queste preggioni il liberaiter di Trieste in ordine al commando della Serenità Vostra in ducali 13 spirante, n’ho partecipati nel tempo stesso li Consiglieri dell’Esatorato cesareo, con quei sentimenti rillevati dal contenuto delle ducali medesime, a’ quali hanno essi corrisposto con espressioni di molta cortesia e di haver rinovati gl’ordini perché il capo de liberaiteri medesimi non permetta che alcuno s’inoltri a turbare la giurisditione veneta a’ confini.
La cavalaria che s’attrovava alla Pinca e luochi del territorio di Trieste fu licentiata totalmente a giorni passati, e cambiata la fantaria che pressidiò quella città, essendo arrivata in suo luoco altra milicia senz’accrescimento di numero, ne sin hora ho potuto rillevare che vi sia altra maggior novità nella città sodetta, se non che venga inalzato terreno, e con palifficate formato un riparo in faccia del porto in forma di batteria, esclamando gagliardamente quegl’habitanti con publiche dichiarationi d’essere statti ingannati nella concepita speranza che dalla parte de veneti non fosse per essere più permesso alle navi francesi di rittornarsene a queste parti, rissentendo al vivo, che in Quarner siano statti arrestati dalle navi medesime li bastimenti imperiali che con proviande s’incaminavano verso Ponta di Goro.
Tengo in questo punto che la notte di 29 spirante s’avvanzassero in Arsa, in una valle sotto la giurisditione d’Albona, due lanze armate de francesi, dove, ritrovato un grippo imperiale carico di formento e biava di ragione di Sua Maestà Cesarea, destinata per Ferrara, datisi alla fugga li marinari ch’erano da Fiume, incendiassero li francesi il grippo medesimo, spargendo nell’aque la biava che non era stata consunta dal fuoco, e si può dire giornalmente sortisce loro far prede di bastimenti imperiali in quelle parti.
Mentre però non trascuro di prestare l’osservatione più cauta a’ confini tutti di questa provincia, non mancarò pure in caso di qualche maggiore novità di farne pervenire in solecitudine le noticie a’ publici sapientissimi riflessi, per adempire alle parti del mio riverentissimo debito.
Dal giurisdicente di Lubiana mi viene offerito un reo di quella giustizia, condanato alla galera, coll’obligo della solita corrisponsione di danaro. Prima però di riccevere alcun impegno n’humilio all’Eccellenze Vostre la noticia per uniformarmi a quanto mi venisse dall’auttorità publica prescrito. Gratie etc.
Capodistria, 31 luglio 1702.

Marco Zen, Podestà e Capitanio.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.