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19 giugno 1701 Marco Zen

Dispaccio del 5 febbraio 1702

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
la continuatione de molesti avvisi che mi pervengono intorno le navi francesi chiamano il mio debito ad humiliarne alla Serenità Vostra le noticie.
Le loro premure dimostrate a Rovigno per haver prattica in essa terra, e l’accaduto con quel publico rapresentante nel mercordì 2 corrente, non m’estenderò a spiegarlo alla Serenità Vostra, poiché dal medesimo mi viene rifferito haverne già humiliato a publico lume il raguaglio, onde sarà per venerare il mio debito le publiche supreme deliberationi intorno il punto stesso, acciò vagliano di norma per gli altri luochi littorali di questa provincia.
Il giovedì 3 detto una lancia francese fu nel porto di Pola a rivedere li passaporti di molte barche colà essistenti a causa della fiera che vi si faceva in detto giorno, sendo in tanto le navi al di fuori, nel qual punto temendo di qualch’insulto dalle navi stesse il patron Tomaso Bresciani dalla Zuecca, incaminato verso Zara colla sua peota, s’introdusse nel porto medesimo e, tutto che chiamato dalla lancia, non volse portarsi all’obbedienza di essa; per il che da questa inseguito con diversi sbarri di periera, e moschetti, se ne fuggì lui in terra, nel qual incontro successe pure qualche sbarro dalla città fatto dagli habitanti, tutti comossi coll’osservatione del caso, per il che la lancia collo scarico delle periere pose in confusione maggiore la città stessa, mentre le balle penetrorono nella medesima, lasciando segni nella porta e muraglia publica, ma finalmente portandosi il patron Bresciani sodetto alla lancia, et essibite le sue fedi, fu licentiato senza maggior impegno.
Il giorno stesso nell’aque tra Umago e Città Nova fu chiamata da francesi all’obbedienza una latina grande del patron Pasqualin Scarpa da Chioza, carica di pietre cotte, che conduceva in quella città per le monache di Santa Chiara, dove portatosi cadé in arresto coi marinari, quali spogliati tutti da francesi furono poi sbarcati a terra et imediate incendiata la latina. La causa di tale accidente viene detto sia statta perché non tenesse detto patron Scarpa il passaporto, come pure che tale bastimento fosse in sospetto de francesi, perché antecedentemente potesse haver servito per il trasporto delle proviande da Trieste a Ponta di Goro.
S’avvanzò pure la sera del giorno stesso una tartana de francesi, in bocca del porto di Umago, e prettese che alcune barche che al molo del porto stesso s’attrovavano ancorate dovessero andar alla sua obbedienza, e, perché vi tardorono, fu fatto un tiro di balla che colpì nell’ancora d’una latina di ragione di quegl’habitanti, così che convessero portarsi all’obbedienza, e farsi conoscere per sudditi veneti.
Hieri poi fu venerdì 4 corrente, due delle navi colla sodetta tartana con vento propicio s’avventorono a tiro di canone sino sotto Trieste, bordeggiando per tre hore in circa in vista di quella città, dove veniva più tosto creduto fossero olandesi, che d’altra natione, e che potessero approdare colà in loro soccorso, mentre facevano scandagliare dalle lanze quell’aque, dando apparenza di voler approdare colà; ma poi, levatesi d’improviso all’hore 18 in circa, si ancororono in Porto Rose, lasciandosi prima vedere in faccia di Pirano, dove avvanzatosi un Copano de francesi che prettendeva prattica in quella terra, ne fu con desterità divertito l’effetto, tutto che con essibitione di fedi di sanità, rillasciate da Bari e raffermate in Ancona, ne prettendessero la sottoscritione per valersene.
Scrisse pocco doppo il Kavalier de Furbin da Porto Rose al publico rapresentante di Pirano, riccercandole il commodo d’alcune brazzere per far aqua, et esprimendosi tenerne d’essa molta premura per partire con solecitudine, il che gl’è stato anco accordato coi rispetti di sanità.
Corre voce che in questi pochi giorni habbino li francesi causati molti danni in Quarner con arresto di altri bastimenti austriaci con carico di proviande, venendo anco rifferito per certo che un legno veneto denominato Sibila, carico di molti pezzi di canone in Saorna, partito da cotesta Dominante verso Bucari per caricar legname da condotta, a mattina sia statto preso et incendiato da francesi, havendo levato prima il canone e tutti gli armisi che spedirono a Brandiz sopra d’un trabacolo che levorono al patron Antonio Cabini da Rovigno, quale si ritrovava in porta sotto Albona, facendo il carico di legna da fuoco per Venetia, qual trabacolo si dice fosse prima di raggione del Novello di Friul imperiale, ma poi comperato e fatto di propria ragione dal patron Cabini sodetto.
A Trieste viene con premura condotto molto terreno a quel porto dove sono statti disposti quattro canoni, e discorrono colà che s’attendino a momenti alcune navi inglesi, per scortare le proviande a Ponta di Goro. La condotta di queste dal Vernich a Trieste, ch’era statta per qualche giorno sospesa, viene da hieri in qua continuata, e si discorre che colla speranza dell’arrivo e soccorso di esse navi possi accellerarsene l’unione di molta quantità.
In questi giorni oltre li 400 soldati che s’attrovano in Trieste, altri 300 ne sono pervenuti di rinforzo e si crede possano arrivarne degli altri, venendo questi destinati per guardia delle rive, che viene pratticata così di giorno, come di notte.
Veniva motivato in Trieste di costruire un forte alla Ponta di Camarzo, luoco alla riva del mare, ma sin hora non è statto dato alcun segno, che dinottar possa l’effettuatione di tale novità, tutto che da me venga con ogni maggior attenzione procurato d’assicurarmene.
Conciliata in tanto la formalità delle fedi di sanità per quelli che si portano a Trieste, spero che, sodisfato il signor General Erbestein, possa mantenersi con tale mezo pure la quiete al confine, mentr’io in tanto continuarò nell’osservationi proprie per raccogliere ogn’altro maggior lume, in vaglia per le sovrane deliberationi dell’eccellentissimo Senato. Gratie etc.
Capodistria, li 5 febraro 1702.

Marco Zen, Podestà e Capitanio.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.