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8 aprile 1651 - 1652 Marco Bembo

Dispaccio del 24 aprile 1652

N. (senza numero).

Serenissimo Principe,
oltre quanto fu ultimamente apportato de gl’apparati che andavano facendo nel paese li Sangiacchi Cenghiich di Herzegovina et Iussufbegovich d’Albania, rapresentato da me alla Serenità Vostra in lettere di 18 del cadente, confermano li capi confinanti di Nixichi per bocca di due di loro espressamente a me radriciati il giorno di 10 del presente le cose medesime, con particolari però maggiori et più distinti proceduti dalla congitione più certa che mostrano d’havere delli pensieri del Turrco; pure col mezo d’un turco confidente dal paese medesimo, posteriormente s’avisa a me lo stesso et ogni rellatione comoda che la mossa delli stessi Sangiacchi sia per seguire in un tempo medemo con forze poderose di gente, quello d’Albania per via di Zuppa et l’altro di Herzegovina dalla parte di Perasto et Gliuta, da qual lati tutto il teritorio resta esposto all’invasione, mottivandoli il tentativo che far possa il medesimo d’Albania verso la terra di Budua per procedere poi unite esse forze a questa parte; da questo tra Nixichi è nata molta premura nel rifflettere il stato loro considerando che se l’inimico ottenisse alcun vantaggio, che Dio ne mai permetta in questi luochi senza riparo da ciò, succederebbe il loro totale esterminio, non restando fra tanti pericoli confermarsi al Publico nome et anco accennano qualche forma per alcuna diversione che per quello d’Albania da questa parte si procurasse presso il Conte Illico, capo principale de popoli di Barda, acciò non dasse le sue genti al Giusufbegovich, offerendosi pur essi col proprio ad alcun regallo et per il Cenghiviich di Herzegovina si tenissero vive le gelosie dall’armi publiche alla parte di Hliuno, nel tempo che lui pensasse partirsi a questa volta per l’obligo che havrebbe d’assistere a questa diffesa.
Circa il nominato conte Illico per le genti di Barda quanto profittevole sarebbe l’effetto se seguir puotesse, altrettanto si considera difficile a segni maggiori che si come è il nervo principale delle forze che può promettersi il Giusufbegovich, così pur lui lo tiene sempre obligato ad ogni seguito non con asprezza di comando, ma con abbondanza di continui buoni trattamenti. Tuttavia ho giudicato motivare questo punto alla virtù e fede del Cavalier Bolizza per osservare se col mezo de suoi confidenti possa ritrahersi alcuna speranza. Per quello poscia si considera alla parte di Hluino, deve conoscerti, se in Dalmatia poss’esservi il modo congetturandosi la difficoltà pure in questo. Del tutto ho portato pontualissimi avisi all’eccellentissimio signor Proveditor Generale con la trasmissione de constituti et incaloriti li stessi capi Nixichi et altri confidenti alla continuatione de ragguagli di ogni nuovo emergente per tutte le maggiori et necessarie preavertenze.
Avrà la sublime sapienza dell’Eccellenze Vostre di già compreso non v’esser da lungo dannaro in questa Camera per le millitie et dir posso habbi assistito il Signor Iddio a retrovare modo di contraher debiti per sostentarle fin hora, ma più a tal segno sono cresciute le difficoltà che, quando non puotrò suplire nè gl’ordinari terzi di soventioni, non devo che temere disordini dannosi che mi constituiscono in molestissime agitationi per li riguardi del buon servitio della Serenità Vostra onde humilissimo nè imploro il benignissimo provedimento di Vostre Eccellenze, come pure de formenti et biscotti dovendo fra breve restar consonti quelli che sono in queste monitioni, come dall’accennate mie riverentissime lettere haverà compreso la saggia virtù publica. Gratie etc.
Cattaro li 24 aprile 1652.
Marco Bembo Proveditor Estraordinario.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 3.
Trascrizione di Giulia Giamboni.