19 giugno 1701 Marco Zen
Dispaccio del 16 agosto 1702
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
in quest’hora delle 24 si fanno vedere tre navi francesi velleggiando verso Trieste, seco conducendo piciolo legno basso di bordo, in forma di palandra o barloto.
A giorni passati arrestorono li francesi una barca di Grado carica di pietre et farine che venivano condotte in questa provincia, dicessi perché non havesse passaporto, et a motivo pur anco che per il passato si fosse impiegata nel condur proviande a Ponta di Goro, licentiando li marinari alla risserva d’uno solo da essi, trattenuto con promesse di premio, acciò gli serva di sicurezza per la navigatione e di lume dei siti dove potessero rittrovarsi legni imperiali, e perché doppo haver presa la barca medesima vi lavorarono dentro, abbassandola di bordo, veniva discorso che ciò facessero col fine di servirsene in luoco di palandra, e coll’oggetto di bombardare quella città, motivandosi pure che il legno sodetto, che seco conducono le navi, possa essere la barca sodetta di Grado.
Tengo pure che, ritrovata da francesi una barca denominata Fassinera, quale si tratteneva ne’ giorni decorsi nella fiumera di Sicciole per caricar legna, l’habbino condotta via, e che n’habbino d’essa custodia.
Starò in attentione di ciò che fosse per accadere, né mancherò il mio debito di raguagliarne la Serenità Vostra, alla quale non resto in tanto d’humiliare come da Fiume, veniva con premura in questi giorni rettirato il meglio, per sospetto che potesse questo luoco essere bombardato da francesi. Gratie etc.
Capodistria, li 16 agosto 1702.
Marco Zen, Podestà e Capitanio.
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.