19 giugno 1701 Marco Zen
Dispaccio del 22 agosto 1702
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
se bene non vi sia vanità di molto rimarco a questa parte, ad ogni modo crede il mio debito di continuare nella rappresentanza di ciò ch’è nato doppo l’ultime riverentissime mie di 20 corrente.
Presservato dalla mano divina il monastero delle monache in Trieste da qualunque incommodo e danno delle bombe, hanno risolto quelle religgiose di partirsene tutte processionalmente coll’assistenza di quell’illustrissimo Vescovo, sendosi rittirate per hora in luoco di campagna capace per il loro alloggio, atteso che corre publica voce che il Kavalier di Furbino habbi fatto passar lettere al General in Trieste acciò possa salvare le cose sacre, perché doveva nella settimana prossima far ulteriori essecutioni militari sopra quella città, il che serviva di maggior eccitamento a quegl’habitanti di solecitar a rettirare il meglio, accrescendosi perciò colà il timore et la confusione.
Qualche numero de soldati va callando giornalmente in Trieste e suo territorio; anzi, nel giorno di 20 corrente occorse che ne fugirono 200 de primi che colà s’attrovavano all’arrivo che fecero cento altri, dicendosi che il Conte e Capitanio con il Castellano sianno di là partiti, e sia rimasto solo il General al comando, d’ordine del qual restavanno avvisati quelli che tengono pegni sopra il Sacro Monte di Pietà, fuor che d’oro et argento, già ridotto in salvo, acciò si portino a riscuoterli, il che ha dato qualche respiro agl’habitanti di Muggia, a’ quali ne viene da soggetto di là dato il motivo, sendosi confirmati nella speranza, con ogni sforzo insinuatogli anco dalla prudenza e dal zelo di quell’illustrissimo rapresentante, di vedersi libero dalle minacciate insolenze de triestini.
S’accresce sempre più la voce che possa capitare in Goricia la cavalaria da Crovazia o Transilvania, come nell’ultime mie n’ho humilmente rassegnato il motivo alla Signoria Vostra, e che sia per arrivarne qualche numero anco a Trieste, facendolo credere maggiormente un avviso da me riccavato, che d’ordine di Sua Maestà Cesarea sia statto comesso a tutte le ville di quel territorio e luochi convicini di allestire cadauna di esse qualche portione de fieni, credendosi che l’istessa commissione possa essere pure a Goricia.
Haverei procurato di meglio accertarmi di tali particolari colla speditione in quelle parti di persona capace, come altre volte ho pratticato, ma non trovo per hora chi voglia rischiarsene, attese le doglianze che queste fanno contro veneti, a tal segno che restanno sospeti li soliti traghetti di questa città e Muggia, che giornalmente si portavanno in Trieste.
Starò però in attenzione per iscoprire ogni passo, né mancarò anco fra le difficoltà di rillevare quanto si rendesse neccessario a publico lume, tenendo ad ogn’hora vive le prattiche a’ confini tutti della provincia per havere le notizie di quanto emerger potesse, coll’oggetto d’ubbidire a’ supremi venerati commandi dell’eccellentissimo Senato.
Una delle tre navi francesi si trattiene ferma in Porto Rose, ed allontanatesi l’altre due con bordi per il golfo s’avvanzarono alle parti di Rovigno, et in quest’hoggi una d’esse ritorna verso il porto sodetto, partita l’altra per il Quarner.
Occorse già 15 giorni che il Kavalier di Furbin prettese libera prattica nella terra di Rovigno, e perché le fu negata, successe quanto quell’illustrissimo rapresentante ha humiliato alla Signoria Vostra, e che fu pure da me accennato in altre mie riverentissime, a causa di che, sendo stato obligato alla contumacia in casa separata Bortolo Navó, Console de francesi, per haver havuto prattica con questi sopra le navi, e rittrovandosi hieri l’altro tuttavia al luoco destinatogli, sendosi portate colà di nuovo le navi, prettendendo la prattica, né accordatagli da esso publico rapresentante, e meno assentendo di lasciar andar a bordo lo stesso Console, come riccercavano li francesi, si levò questo dal sequestro in cui s’attrovava e, portatosi alle navi, s’è imbarcato sopra le stesse; e perché tiene lui moglie et figli in essa terra, può credersi che sarà per rittornarsene alla propria casa, havendo dimostrato molto senso il detto Kavalier di Furbino per non poter conseguire la prattica nella terra sodetta, e fatt’espressione di volersela prendere colla forza, benché sin hora non habbi usato passi maggiori.
Hieri e questa note hanno li triestini fatto molti sbarri di canone, dicessi per la vittoria riportata dagl’imperiali sopra li francesi e spagnuoli in Italia, divulgatasi molto vantaggiosa per li primi, quali tendono sempre più in Trieste a trincierarsi alle rive del mare con terrapieni, che pare mirino a presservarsi da tentativi di sbarco, al quale fine continuano giorno e note le solite guardie.
Tanto humilmente rassegno all’Eccellenze Vostre in testimonio di quell’attentione continuata, che presto a tutto ciò che di nuovo insorge. Gratie etc.
Capodistria, li 22 agosto 1702.
Marco Zen, Podestà e Capitanio.
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.