• it
  • it
  • en
  • hr
  • el
  • de

19 giugno 1701 Marco Zen

Dispaccio del 7 settembre 1702

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
coll’oggetto di non trascurare diligenza veruna per tutto ciò che riguardar potesse il publico interesse, convengo humiliare le presenti riverentissime a’ supremi sapientissimi riflessi dell’eccellentissimo Senato. Stando qui pronto alla vella per la Dominante un bastimento carico di sale di publica ragione, mi rappresenta il patron d’esso voler rittardare la sua partenza sino a tanto che le navi francesi s’allontanino da questi contorni, poiché si vedono sorte nel golfo, asserendo lo stesso paron, che prettendino essi francesi sottoscrivere li passaporti delle barche, e che vengano poi queste colle persone obligate a contumacia quando arrivano costà.
Un tale motivo pone in qualche dubbio la mia professata puntualità, e mi necessita implorare il publico sovrano comando, se capitando a questa città bastimenti, peote o altre barche tanto pescareccie che d’altra sorte, siano del paese o pur forestiere, munite di tali passaporti, s’habbia da questi Proveditori alla Sanità ad usare l’osservatione se siano statti sottoscritti passaporti medesimi dalli francesi, e se in tal caso debbano soggettarsi le barche colle persone alle regole dei rispetti di sanità.
Ho procurato penetrare quale possa essere il motivo de francesi di pratticare tale sottoscrittione, quando riconoscono i passaporti stessi, ma per anco m’è sortito traspirarlo.
A regola però de miei passi, e per potere uniformarmi sempre più all’intentione suprema dell’eccellentissimo Senato, mi supplico con profondissimo ossequio i venerati suoi cenni. Gratie etc.
Capodistria, 7 settembre 1702.

Marco Zen, Podestà e Capitanio.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.