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19 giugno 1701 Marco Zen

Dispaccio del 23 settembre 1702

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
arrivato il nobil huomo ser Filippo Donà, Capitan della Guardia delle Rive, come con altre mie riverentissime rassegnai alla Serenità Vostra, feci avvanzare alla di lui ubbidienza questa publica galeota, alla sola risserva dei pochi soldati che al numero di otto sono soliti servire di guardia a questo palazzo e di decoro alla publica rappresentanza, et altri quattro che custodiscono il castello, e mentre questa mattina se n’è lui partito da queste rive, mi rifferisce il Capitan Tenente della compagnia che monta la galeota stessa essere neccessitato a raccogliere anco li pochi soldati sodetti della guardia e castello, per scortare d’’ordine del detto nobil huomo Donà le cere di cotesti mercanti alla Dominante. Come però questo avviso mi viene reso in questo punto, che sono l’hore 24, in tempo che mi si rende impossibile richiamare le cernide per la custodia di questa città e castello, sin hora differita l’introdutione loro, e per non haverne conosciuto il bisogno, e per non rendere aggravata la publica Cassa col dispendio delle paghe, così farò che per questa notte sia supplito al bisogno del pocco numero de bombardieri, per poi richiamare in solecitudine quel numero delle stesse cernide in città che si rendesse necessario, non ostante la dificoltà che potessi incontrare nell’iminente staggione delle vendemie, et in congiontura pur anco che qui non vi sia officiale alcuno che servi loro di direttione, ritrovandosi da qualche tempo il Sopraintedente Sala alla disciplina di quelle della provincia, quale per quanto mi traspira dovrà pur passare, come la galeota, all’obbedienza di esso nobil huomo Donà, onde sii creduto proprio non trascurarne di ciò riverentissimo il raguaglio all’Eccellenze Vostre, acciò in difetto d’una lunga absenza della galeotta, e mancanza d’officiale capace per dirigere le cernide e la buona custodia di questa città, degni l’eccellentissimo Senato prescrivermi ciò che credesse opportuno per non vedere del tutto abbandonata la città stessa, et il sito tanto geloso del publico castello. Gratie etc.
Capodistria, 23 settembre 1702.

Marco Zen, Podestà e Capitanio.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.