19 giugno 1701 Marco Zen
Dispaccio del 28 settembre 1702
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
sabbato passato fecero partenza due delle navi francesi colle quattro galeotte della loro conserva, doppo havere riccercato e conseguito da Pirano, colli rispetti di sanità, sei manzi e cento barile di vino, lasciandosi intendere di portarsi all’incendio di Fiume, restando in Porto Rose la terza nave.
Il lunedì, non ostante la permanenza della nave medesima nel porto sodetto, sortirono da Trieste un bregantino et una fusta de segnani, approdando alle rive di questa provincia tra Isola e Pirano, il che penetrato dalla nave sortì dal porto stesso, in tempo che avvedutisi li segnani hebbero campo d’allontanarsi, salvandosi alla porta Grossa di questo distretto, inseguiti però per qualche tratto di mare dalla nave, alla quale rinfaciato il vento non sortì poterli sorprendere.
Martedì fece vella la nave medesima, lasciando il porto, né si sa per dove incaminata, ed in questo punto, da persona suddita di questo Serenissimo Stato proveniente dalle parti del Quarner, rillevo che hieri mattina, un’hora avanti giorno, si vedessero in quel golfo le navi, e che le galeotte con altri legni piccioli si fossero avvanzate sotto la villa di Lovrana, situata alle rive del mare, dieci miglia in circa lontana da Fiume, e che gettassero bombe nella villa medesima, dove si vedeva un grande incendio, aggiongendo la persona stessa che questa mattina haveva sentito molto strepito verso quelle parti, giudicando potessero esser sbarri di canone verso Fiume, dove quegl’habitanti e gl’altri di quei contorni vivevano in grande gelosia di qualche sbarco francese.
La voce qui lasciata da francesi stessi di rittornare in breve a queste rive, porta non poch’apprensione a’ triestini, quali continuano nelle solite guardie, godendo in tanto, gratie a Dio, li sudditi della Serenità Vostra confinanti qualche maggior quiete del passato.
Ha creduto il mio debito rendere questo devoto raguaglio all’eccellentissimo Senato, e di havere pur anco spedito in ordine alle publiche commissioni qualche proveggione di municioni nelli depositi di Pola, dove quel publico rapresentante palesa il suo zello nella buona custodia di quell’importante recinto. Gratie etc.
Capodistria, li 28 settembre 1702.
Marco Zen, Podestà e Capitanio.
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.