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19 giugno 1701 Marco Zen

Dispaccio del 15 ottobre 1702

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
hieri solamente mi pervenero le venerate ducali della Serenità Vostra, in data 3 corrente, col particolare inserto in lettere dell’eccellentissimo signor Ambasciador veneto in Viena, dei 23 settembre decorso, e coll’incombenza di dover rifferire ciò che veramente fosse intorno al reclamo fatto a quella Corte, che li francesi sbarcati a terra in certo sito verso Pirano vi si fossero stabiliti, alzando terreno e fortifficandosi in vicinanza di una chiesa, sopra di che deve il mio debito riverentissimo accertare l’Eccellenze Vostre non essere statto pratticato, e ne meno tentato passo di tale natura da francesi, che per altro, sendo il luoco di Pirano pocco di qui discosto, e dove ho sempre tenuto, come in ogn’altra parte della provincia, un continuo fillo di sicure corrispondenze, havrei potuto facilmente penetrarlo, né sarebbe statto da me trascurato il debito d’humiliare in diligenza alla Publica Sapienza le noticie di particolare di tant’importanza.
Come però non ha mai cessato l’attenzione mia devota di prestare la maggiore osservatione a questo confine di Trieste, dove ho sempr havuto l’occhio più fisso, così doppo una divulgatione per molti giorni fattasi della prossima comparsa d’un nuovo Generale con molta milicia, ne succede anco il suo arrivo, e mi sortisce intendere che hieri sia pervenuto il General Aister con un corpo di circa mille soldati, tutti crovati, parte cavalaria e parte fantaria, quale, fermatosi nella campagna di San Servolo verso certo luoco detto Volina, sitto poche miglia lontano da Trieste, ha ivi fatto piantar il suo padiglione con molte barache, dissegnando far fermare la milicia sodetta colà, né mi traspira per anco positivamente per qual parte possa essere destinata.
Mi viene riferito, da persona quale sentì lo stesso generale, che all’arrivo suo colà ricercasse se per anco si fossero vedute in quest’aque alcune navi olandesi, e da ciò viene preso motivo di credere che siano esse per capitare, e che li mile soldati sodetti, con altri 2 mille che si discorre possano sopravenire per unirsi alli primi, habbino a prender imbarco sopra le navi medesime, et passare all’armata in Italia; e perché continuano le condotte di proviande a Trieste, viene pure giudicato che sopra le navi stesse ne possa essere fatto un carico abbondante, per il loro trasporto a quella parte, a che tutto non mancarò di prestare la maggiore osservatione per humiliare all’eccellentissimo Senato le noticie, intendendosi che possano esserci a Trieste e ville convicine circa 40 mille stara di proviande.
Si dice in tanto, che detto General d’Aister possa passare a Fiume, Buccari et altri siti littorali per l’osservationi proprie di quei luochi, e che lui habbi ad essercitare un’assoluta auttorità anco sopra quella del General Erbestein, motivandosi che è giusto possa restar appoggiata la sola sopraintendenza all’artigliaria.
Tengo pure che a Goricia sia capitato in questi giorni un Secretario di Cesare, ma per anco non mi traspira con quel dissegno, non mancando io però, benché negli ultimi di questa carica, di procurarne i lumi più certi per soggettarli a publica notizia.
Con tale opportunità porto pure a’ riflessi dell’Eccellenze Vostre di haver deliberato li due dacii dell’imbotadura e del pane, questo per lire 2.130 buona valuta a Giacomo Grio, per anni due giust’il solito, et l’altro a Domenico Condotta per lire 1.810 buona valuta per anno uno, summe maggiori degl’anni decorsi, mentre il primo era affittato per sole lire 1.925, et il secondo per lire 1.710, così che fra tutti e due viene ad estendere il vantaggio a lire 570 circa de correnti, benché a principio mi si rendesse difficile il farli abbocare ne meno per la summa degl’anni antecedenti.
Imploro perciò dell’affittanza stessa la publica suprema approvatione dell’eccellentissimo Senato, che nel corso intiero di questo mio humilissimo impiego, quale dovrò cedere in brevi giorni, ha sempre, con eccesso della sua soma clemenza, diffuso sopra le mie debolezze il suo generoso compatimento. Gratie etc.
Capodistria, li 15 ottobre 1702.

Marco Zen, Podestà e Capitanio.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.