21 ottobre 1702 - 1704 Ferdinando Priuli
Dispaccio del 7 gennaio 1703
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
arrivata di qui la feluca, la faccio scorrer queste rive a divieto de contrabandi, divenuti hormai unico patrimonio e proffessione universale. Si sono ritrovati quaranta stara di sale in una chiesa del territorio di Pirano, contigua a marina, colà depositati per farne poi il carico col beneficio della notte. Come però era il sale senza alcuna assistenza, così non è sortito impossessarsi delli rei, in lume però de quali mi sarà facile il devenirne colla ricognitione degl’armizi della barca, ritrovati in quel luogo. In Rovigno, terra ferace d’oglio, nel corso di due anni non s’è levata altra bolletta che di dodeci barille per Venetia, e niente per il Friuli. Freme il mio zelo nel vedere in questa forma usurpati i publici capitali; ho ritrovato proclami circolari per la provincia, faccio disseminare doversi in breve riassumer con più rigore l’inquisitione dell’oglio, per tre anni ommessa, al che aggionto l’arresto di qualche colpevole dovrebbe servire d’apprensione e di freno alla licentiosità, e certo ne sperarei qualche avantaggio, se l’annata sterile d’oglio, e venendo quel poco si ha raccolto fermato per la Dominante, non togliesse alla povera Cassa questo uso unico e naturalmente sovegno. Corre il terzo mese che s’atrovano questi tre ufficiali al servitio, oltre il Sala, non ho mai havuto modo di soccorrerli di danaro, ben il zelo del publico decoro e la compassione di vederli languire nell’indigenze m’ha ubligato a suffragarli con qualche privata imprestanza. A peggior conditione sono li Capitanii di queste ordinanze, Capi di cento e de bombardieri, creditori ogn’uno di trenta e quaranta paghe e pur sarebbe conferente il tenerli ben affetti e consolati. Sei, in sette mille ducati sarà la rendita di questa Cassa nell’anno entrante; tredicimille importano li aggravii, oltre le spese estraordinarie. Nell’anno 1684 in caso di simili ristrettezze ha creduto la publica carità di suffragarle colla dispensa del soldo di decime per li salarii di questi illustrissimi Consiglieri, ma come insensibile summa di detta ragione confluisce in Cassa, così s’attrova la medesima sempre in maggiori essaustezze. Repugna infinitamente il mio cuore a replicar queste molestie all’eccellentissimo Senato, già rapportate sotto li 4 novembre decorso, ma ben comprende la sua somma prudenza dagli indispensabili oblighi che mi corrono, la necessità dei ricorsi. Anco la provisione de stortami e brazzioli per la Casa dell’Arsenal sarebbe totalemente arenata, se il zelo di non veder ritardato questo importante interesse non mi havesse persuaso a qualche esborso privato al proto Veruda, acciò ne sia allestito nel più breve termine un carico, come veramente spero. Si atrovano pure in questi boschi tre mille palli per resto delli 8 mille, quali sarebbe conferente togliere a’ maggiori ingiurie del tempo e della staggione, e condurli all’imbarco, che non può esseguirsi senza la corrisponsione delle dovute mercedi a quei poveri operarii; resta però da me tutto soggettato al reggimento eccellentissimo dell’Arsenal.
Corrisponderò coll’eccellentissimo signor Podestà di Chioza, per accordare il methodo proprio di renderlo provisto di pietre vive per l’importante restauro di quel castello, onde resti adempito dal mio humilissimo debito ad ogni parte del publico servitio. Gratie etc.
Capodistria, 7 gennaio 1702, more veneto.
Ferdinando Priuli, Podestà e Capitanio.
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.