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21 ottobre 1702 - 1704 Ferdinando Priuli

Dispaccio del 6 febbraio 1703

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
arrivato in Trieste un ingegniere inglese, che voglio credere sia l’acennato dall’accurata preventione dell’eccellentissimo signor Ambasciator d’Inghilterra Mocenigo, ha impiegato li decorsi giorni, unito al Tenente del castello, a scandagliare l’aque di quel porto, havendo esteso le loro peritie sino sotto la villa di Stramar e Santa Fosca, giurisditione di Muggia, un solo miglio in distanza, luochi di migliori fondi per navi, ma che restano scoperte da Gardino, e che nelle gagliardie di quel vento non potranno sostenersi. Così pure, quando il porto di Trieste non si assicuri con imbonimenti e palificate sopra alcune seche che vi sono, operationi che ricercarebbero e lungo tempo e grosso dispendio, con poca speranza di durabile sussistenza, resteranno i vasselli che vi si fermassero in evidente pericolo. Col mezo di persona confidente ho procurato di ricavare dalla voce istessa del detto ingegniere quali siano le dispositioni in questo proposito. Asserisce però dover esser spediti trenta vasselli nel Mediterraneo, vinti de quali haveranno a scorseggiare le coste del Regno di Napoli, e gli altri dieci coprire Trieste et altri dominii imperiali, destinando a sverni a Porto Re e Buccari, e che si solleciterà al possibile l’animo delli stessi, attendendosi in questo golfo una grossa squadra de vasselli francesi. Adempite che habbia le sue incombenze in queste parti, si porterà a Fiume et altri porti di quelle costiere, per pratticare l’istesse osservationi. Scrivo però all’illustrissimo signor Podestà d’Albona acciò stia in attentione con destra maniera di quanto accadesse, e mi renda con pontualità raguagliato. Pressento pure che a Fiume vadino allestendo due galeotte, et che nelle parti di Lica e Segna si assoldino mille huomeni che procurerò penetrare per qual parte haveranno ad essere disposti. La sera di 29 decorso è sortita dal porto di Trieste la seconda tartana, et il giorno sussequente è ritornata la prima partita, doppo haver deposto il carico, quale hora, unita ad altra che s’attrova in quel porto e tre peote grandi da Fermo, soggiaciono al presente a nuovo carico. Le due peote di sale, che con mie humilissime precedenti di 27 decorso dissi che s’attrovavano alla vela, non sono ancora sortite, e dubito ne segua tutto un convoglio. Con mio spiacere ero stato avisato esservi anco una peota di suddito da Chioza per servitio di quel partido, ma mi vien detto caricare di mercantia. Rappatumate le differenze tra i Generali confinanti prima della partenza del signor General d’Haiister, voglio creder si restituirà in breve in Trieste, credendosi partito per Goritia solamente.
Soggetto gl’inclusi constituti alla Publica Sapienza, hoggi trasmessimi da Pirano, benché voglio credere ne haveranno havuto Vostre Eccellenze da altra parte più sollecite le notitie. Gratie etc.
Capodistria, 6 febbraio 1702 more veneto.

Ferdinando Priuli, Podestà e Capitanio.

Allegati: due costituti da Pirano (1 c.).

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.