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21 ottobre 1702 - 1704 Ferdinando Priuli

Dispaccio del 11 febbraio 1703

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
infestata questa provincia da grosso numero de banditi, che non lasciando non solo la libertà a’ passeggieri, ma la sicurezza alle proprie case, sono continui i gemiti e i reclami de poveri sudditi che mi arrivano. Come però è inutile per reprimerli ogni attentato di giustitia, attrovandosi uniti in grosse partide, e retirandosi alla sicurezza de monti, così non vi vedo altri mezi per riddurli a obedienza che quelli del praticato indulto e della clemenza del Prencipe, alla di cui somma maturità stimo bene soggetarne il riflesso, massime nelle presenti congionture, dove, accrescendosi giornalmente questa unione di pessima gente, non può che partorire sinistre consequenze. Humilio pure alla sapienza dell’eccellentissimo Senato l’incluso foglio, hoggi capitatomi da Trieste, per debito della mia sempre dovuta attentione. Gratie etc.
Capodistria, 11 febbraio 1702 more veneto.

Ferdinando Priuli, Podestà e Capitanio.

Allegato: relazione da Trieste (1 c.).

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.