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19 aprile 1702 Antonio Dolfin

Dispaccio del 29 aprile 1702

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
partito con trabacollo sotto li 28 corrente dal porto di Umago il patrone Gerolimo Tagliapietra di Buran, et arrivato sotto Orsara, diede fondi in questo porto, poco discosto del quale havendosi ritrovato tre fregate francesi, fu lo stesso patrone dalla capitania di quella chiamato ad obbedienza; quale anco portatosi, et fatto introdurre dinanzi monsu De Forbin, Comandante, restò ricercato chi era, di che cosa era carico, et per qual parte incamminato; et rispostogli ch’era suddito veneto, et che aveva caricato in Caurle cinquanta barile di vino per esitarle a Rovigno, Cherso o altro luoco dello Stato Serenissimo, ma che se lui havesse bisogno del stesso, ge lo averebbe venduto, esso comandante le ricerchò le tolette, et rispostogli che di tal sorte di vino non si stilla far toletta alcuna, le fu detto che quando non haveva le tolette, teneva commissione dalla Serenità Vostra di espedir ogni sorte di mercantia che fosse da lui ritrovata in contrabando, et che perciò intendeva mandar il vino predetto alla legge, per l’ombra che anco li nasceva che il vino suddetto potesse esser portato sul Stato imperiale; né valesse a questo misero atestarla che questa non era la sua intentione, che convenne in tal forma lasciar lo stesso a predetti bastimenti, havendoselo partito un arnaso per cadauno, senz’altra recognizione che di tre sole doppie, le quali si espresse monsu De Forbin predetto consegnargliela per carità, et non per pagamento alcuno; onde hogi, capitato in questo porto il patrone suddetto, et col mezzo del suo constituto assunto quanto di sopra ho rappresentato alla Serenità Vostra; ne apporto senza ritardo, coll’incontro che lo stesso patrone insta esser accompagnato al regio suo trono, con le presenti ossequiate mie le notitie, per quelli riflessi che saranno dalla Serenità Vostra stimati più opportuni, a qualli riverentissimo me l’inchino. Gratie etc.
Parenzo, 29 aprile 1702.

Antonio Dolfin, Podestà.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.