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2 luglio| 1702 Alessandro Minio

Dispaccio del 2| agosto| 1702|


N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
cappitato oggi in circa mezo giorno in questo porto due vasselli e una tartana fracese da Lucera (?), direti si dice da un tal Cavalier di Furbin; venuta alla sanità la lanchia d’un delli detti vaselli, e pretesero la giente che erano nella medesima esser admesi alla pratica, che dalli Proveditori alla sanità con desterità e ogni atto civile gli fu recusata con pretesto di sanità, come Vostra Serenità m’ha impratito con venerabili ducali, e ciò non havendoli sortito dimandarmi il suo Conzolo Bartolo Noveau, chirurgo in questa terra, acciò li riguardi di sanità andase a bordo alla nave, questo si portò con un Proveditor e Fante alla Sanità in una brazera di questo loco, acciò non praticasse con loro; questi a sera, vicinati alla nave, furono abordati dalli soldati della lanchia, e per forza furono trasportati in nave; d’onde poi ritornarono li suditi, Conzolo, Proveditor, et altri gli fece star in segreto, e pocco doppo arivato la lanchia sudetta, e un Tenente della nave mi fece intender volersi abbocar meco, a cui condecesi con li debiti riguardi di sanità; pervenuto nella corte del pretorio pallazo, s’esprese meco che quando non se gli darà pratica se la torà da loro stesi assolutamente; io procurai con destreza insinuarli che per li rispeti di sanità in ordine a’ supremi comandi non devo admeterli alla pratica; mi sogiunse che imediate scrissi a Vostra Serenità questo suo assoluto pensiero (?) di voler la pratica, che non venendolo permesso, da loro stesi se la torano. A tal effetto ho risolto spedir con tutta freta il presente messo, perché Vostra Serenità ne ricava con maggior celerità gli avisi e possi darmi con subita deliberatione le mai erate prescritioni; tale essendo le premure che vincolano il mio animo; tanto più che doppo allontanatosi dalla mia presenza lo stesso inviato prorupe, per quanto mi è stato riferito, in espresioni tanto rilevanti quanto che importano il bene di questa tera, ch’è che ogni volta che non gli sarà permesa la pratica bombarderano la stesa con il ritorno che doverono prestamente fare le dette navi in queste acque. Per ben suplir alli comandi di Vostra Serenità il Conzolo, e compagni s’attrovano in segreto, a cui doverono sogiornar sino mi giongerono le infalibili deliberationi a queli con tutta humiliatione et dovuta obbedienza sarò per inchinarmi. Gratie etc.
Rovigno, 2 agosto 1702.

Alessandro Minio, Podestà.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.