2 luglio| 1702 Alessandro Minio
Dispaccio del 7| agosto| 1702|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
dalle riveribili ducali della Serenità Vostra de dì 5 andante ho compreso quanto mi resta signifficato intorno alla communicatione de francesi ch’approdassero in questo porto. Non ho mancato, con la possibile desterità et con la più dolce maniera, di far penetrare al Console de medesimi l’intentione della Serenità Vostra a cui anche annuendo si ridusse a signifficarmi il seguente particolare, et è.
Non esser intencione del Cavalier de Furbin, Commandante delle navi che solcano quest’acque, di far sbarco della ciurma in questa terra, ma solamente della propria persona et di qualch’altro di lui officiale, in luocho disgiunto da quello della sanità, afine di potter communicare li suoi sentimenti con il suo Console con tutta la libertà, perché non possino essere penetrati stando al luocho della sanità medesima d’altre persone ch’ivi numerosamente concore, et in caso di disenso senz’altra provisione risolverà da se stesso a prendersela.
Non ho voluto partirmi dalli voleri di Vostra Serenità espressimi nelle precitate ducali, a’ quali humiliando le mie devote espressioni doverò soggiacere alle sue riveribili prescritioni. Nelle mie lettere precedenti rese all’infalibile sua intelliggienza ho partecipato attrovarsi sequestrati nel luocho della sanità il predetto Console con un Proveditore e Fante pur destinati alla sanità, con altre persone, per la communicatione havuta con li francesi, onde havendo considerato che il sitto in cui s’attrovano per esser soggetto all’arrivo de legni d’ogni nacione, m’è parso proprio, per togliere ogni mallefficio a medesimi ed in particolare al Console, farli riddurre in una casa disgiunta d’ogni altra, et con li soliti rispeti di sanità et guardie farli cautamente custodire sino alla comparsa delle prescrittioni infalibili di Vostra Serenità.
In aggionta, non dessistendo il mio zello di prevedere alle presenti emmergienze con li mezi proprii per il benefficio commune de sudditi di Vostra Serenità, mi è sortito attendere il qui ingionto passaporto fatto di mano propria del presente asserito Console a prova di questa terra, dal quale riccaverà quanto resta descrito nello stesso, et haverà a riflettere come parerà conferente all’infallibili riflessi di Vostra Serenità. Quanto mi è insorto sino ad hora lo signifficai alle mai erranti supreme considerationi, in defficienza dell’eccellentissimo signor Capitanio Donado, a’ quali haverò ad humilliare la mia obbedienza, et far che restino inviolabili con la possibile desterità le riveribili prescrittioni, con che proffondamente m’inchino, gracie etc.
Rovigno, li 7 agosto 1702.
Alessandro Minio, Podestà.
Allegato: fede del console francese Bartolomeo Noveau, in lingua francese (1 c.).
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.