2 luglio| 1702 Alessandro Minio
Dispaccio del 28 agosto| 1702|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
di quanto si mi rende nelle presenti emergenze indispensabile intorno alle cautelle di sanità, non omette il mio debbito di rapresentarlo humilmente all’ingelligienza sovragrande della Serenità Vostra.
Nelle mie ultime lettere rassegnategli ho signifficato a Vostra Serenità essersi partito dal sequestro in cui era soggetto Bortolo Novó, Console di Francia, et riddotto nelle navi di quel Re senza alcuna licenza, ma di suo libero arbitrio, in quelle s’è trattenuto a suo piacere, et poscia, con pregiudicio della Publica Maestà, il giorno d’hoggi, senza ricorer all’ubbidienza dovuta, s’è conferito a cavallo in questa terra. Pervenutami a noticia tal stravaganza pregiudiciale alle cautelle che ricerca la commune salute, et stante essersi conferito per la terra, m’è parso esser neccessaria farli comminare penne rigorose, perché si riducca al solito sequestro a fine restino obbedite le zellanti prescrittioni di Vostra Serenità.
Simile ho fatto pratticare contro cadauno della sua famiglia, atteso essersi mischiato subito capitato con la stessa, dalla quale sino ad hora si scorgie la dovuta pontualità et obbedienza; esso Console bensì, invece d’adherire alle mie commissione avallalorate dalla suprema intelligenza, s’è div(...) tutto contrariamente alla rassegnatione, et come temeram(ente) seppe addurre al mio comandante, da cui gli furono comminate le penne, che non vuole obbedire in alcuna forma, non conoscendo altri Principi ch’il suo Re, di cui è Console, né ch’altrimenti intende soggiacere a sequestri. Mi sarei rissolto di far pratticare con la forzza l’arresto dello stesso, per correcione delle sue trabochevoli espressioni, m’havendo considerato che havrei potuto incontrare in qualche dispiacenza di Vostra Serenità, ho ritratato ogni delliberacione, et ho giudicato indispensabile rassegnarle distintamente il fatto. Ma devo, avanti di chiudere le mie devote espressioni, humiliarle ch’avanti si trasferisse dal sequestro alle navi, come già ho detto, gli cominai, essendo stato alla mia presenza per chiedermi la licenza di portarsi nelle stesse, che in ogni caso violasse il sequestro a cui era rappito, et che rittornerà in paese, gli convenirà scorer li soliti giorni di sanità da bel principio; ma esso, niente abbadando a queste mie insinuacioni, s’é riddotto, come ho esposto, senza licenza né obbedienza, alla sua casa, et per la terra. Il caso m’è parso di tutta la premura, onde per messo espresso humillio le presenti all’intendimento infallibile di Vostra Serenità, acciò scorga quanto sia applicato il mio zello a tali emergienze, et per attenderne le mai eranti deliberationi, alle quali con il più rassegnato rispetto darò saggio della mia pontualità et obbedienza. Gracie etc.
Rovigno, li 28 agosto 1702.
Alessandro Minio, Podestà.
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 83.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.