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21 ottobre| 1702 - 1704 Ferdinando Priuli

Dispaccio del 24 maggio| 1703|


N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
nel tempo che sostengo debolmente questa reggenza sono stati frequenti gli aprodi de bastimenti esteri nel porto di Pirano. Ha havuto per principali oggetti in questi incontri la mia attentione la mira che li fossero somministrati i viveri necessarii, el contegno de’ sudditi nei termini prescritti, e le preavertenze più occulate nell’importante materia di sanità. Queste mie zelanti applicationi sono state non solo assistite dal Signor Iddio, che ha voluto sin hora tutto segua senza immaginabile sconcerto, né motivo di publico dispiacere, ma hanno anco riportato in molteplici e venerate ducali dell’eccellentissimo Senato non meritata approvatione e commissioni di continuarle con eguale puntualità. Ma perché è solito che le migliori intenzioni incontrino sempre maggiori difficoltà, hora vedo con scontento e publico disservitio che, interpretati sinistramente li prudentissimi ordeni di Vostra Serenità in ducali 14 decorso impartiti all’illustrissimo signor Podestà di Pirano, li è stato, non so da qual parte, insinuato che faccino effetto di levarlo alla subordinazione di questa carica, e divulgato anco l’istesso sentimento in quei sudditi che, credendosi tolti ai vicini compensi e castighi, si hanno lasciato trasportare in correggibili delinquenze. Accorso però alle publiche importanti premure senza più la sopraintendenza del Maggior Gualazzi, sin hora con tanto frutto prestata a quella terra, fatto cambio di Fante alla Sanità senza alcuna mia notizia, con comunicazione d’un ottimo servente in chi altre volte con infedeltà ha sostenuto quell’impiego, è accaduto sotto li 12 del corrente che, sbarcati in terra i francesi dalle loro lancie, si è fatto un formale mercato d’animali, passati da mano a mano con violatione de dovuti riguardi di sanità, che credendo quell’illustrissimo rappresentante non haver più debito di parteciparmi, ha dato motivo al zelo di quei Proveditori di portarsi avanti di me ad informarmi personalmente di tanto considerabili disordini, humiliati poi dal mio debito al Magistrato eccellentissimo della Sanità, dal quale ne sto attendendo le proprie commissioni; né si sono fermati più gli effetti di una sinistra impressione, perché molti si sono portati a bordo de bastimenti esteri, senza l’assistenza di Ministro, con libertà tanto contraria alla Mente Publica, quanto che facendo uno de più vietati effetti, ne sono arrivate le notizie anco all’Herbestein, i gravi sentimenti del quale Vostre Eccellenze si degneranno havere nella sua inclusa, con l’unita risposta che ho stimato bene formarle; e come crederò necessaria rigorosa formazione di processo, così è indispensabile che quell’illustrissimo rappresentante, d’ottima per altro intenzione, habbi a continuare dipendenza prescritta e consueta nelle materie di terra e spettanti a questa carica, particolarmente nell’importante di sanità, onde non si inoltrino le confidenze, e avanzate troppo amistà con un partido e doglianze dell’altro; da che mi manchi poi il modo d’alimentare quell’ottima corrispondenza con comandanti cesarei, col vantaggio della quale mi è sortito sin hora far godere a questi sudditi, circondati dalle più ladre e violente militie, un’intera tranquillità, e singolare rispetto alle loro persone e sostanze. Per altro a quanto la Publica Sapienza credesse proprio prescrivere sarà da me prestata la più humile rassegnata ubidienza. Gratie etc.
Capodistria, 24 maggio 1703.

Ferdinando Priuli, Podestà e Capitanio.

Allegato: lettera di doglianza diretta a Priuli dal generale Herbestein per i traffici tra i piranesi e le navi francesi, datata 22 maggio 1703 (1 carta); risposta del reggente di Capodistria, datata 25 maggio 1703 (1 carta).

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 84.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.