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8 aprile 1651 - 1652 Marco Bembo

Dispaccio del 21 maggio 1652

N. (senza numero).

Serenissimo Principe,
le ducali benignissime di 6 aprile hebbi a 19 stante solamente et quando più speravo intendere non già delliberato, ma a questo tempo giunto alcun sussidio di dannaro, resta in tutto vana la speranza che fondai sopra li distinti et continui raguagli portati in molte precedenti mie humilissime littere a Vostre Eccellenze della mancanza incredibile. Fin hora conosco somma gratia dal Signor Iddio d’haver io provato contraher debbiti a quella summa, che l’alta virtù loro scorgerà dalle distinte note con fede di questa Camera nell’alligato folio, et pur non cessarei ad acresserli se possibil mi fosse coll’impegno della stessa vita a servitio della patria per non rinovar disturbi all’Eccellenze Vostre, ma gia fattosi da me l’estremo di quanto tenar puotei presso cadauno, niente preveggo che alcun tumultuoso sconcerto fra le militie, che prima vorei spender il sangue a gloria di Vostra Serenità in cadaun’attione, che soggiarei alla vita di consequenze pessime quali nelle congionture presenti di gravissimi disturbi saran per derivare; et il riparo a si gran male conosco inevitabile, quando la saggia mente Publica, col giusto calcolo più volte trasmesso da questa Camera, non s’agiusti cadauna provigione di dannaro per questa piazza, vedendo che ogni quantità fin hora trasmessa malamente ha puotuto suplire per la metà di quanto si ricerca per le sole soventioni delle militie, onde m’è convenuto fare l’accennato debito di grossa summa, che mentre deve sodisfarsi, consideri la sapienza insuperabile di Vostre Eccellenze, quanto valer possa quello per sorte si fosse delliberato, prima del giunger di queste mie devotissime espressioni, che si come escono dall’infervoratissimo zelo verso il buon servitio della Serenità Vostra, così suplico nella più viva maniera che opportunamente sii dalla mano dell’Eccellenze Vostre proveduto a segni propitii del sommo bisogno.
Formento anco fra giorni solamente havuran il final consumo et volendosene ogni mese per le sole militie circa stara trecento, riffletta pure a questo la mai erante virtù Publica. Biscotti stessamente non giunti ancora, et questi depositi privi nel resto d’ogni altro ricapito, bisognevole in questi tempi, fra il più sendosi circa duecento stara di miglio, veggasi a qual segno sii munita la piazza di Cattaro, riguardevole fra tutte l’altre della provincia; et è attorniata da nemici potenti, più ch’ogni altra lontana et difficile di restar soccorsa. A me nell’occasioni (?) avisi Vostra Serenità non mancarà l’ardire et la volontà per raffermarmi con ogn’opra zelantissima verso le glorie della patria, ma per altro capo infruttuoso sarebbe cadaun impiego nell’accennata mancanza de urgentissime privigioni.
E’ cessata l’occasione di tener armato il vassello per custodia di questo canale, come è accennato nelle predette ducali di (?), sendo di già capitata la gallea arbesana, ma pur quanto io fosse occorso o che accader puotesse nuovamente, non (?) mai di alcun sensibile dispendio publico, ma al più di qualche peso di biscotto.
Gli aprestamenti per queste monitioni, contenuti in poliza, che ricevo da esse ducali è necessario giungano solecitamente proprio essendo che stii punto nella piazza, quello può bisognare fra momenti nel stato de corenti tempi. Gratie etc.
Cattaro li 21 maggio 1652.
Marco Bembo Proveditor Estraordinario.
Allegato: rendiconto fiscale della Camera di Cattaro (1 c.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 3.
Trascrizione di Giulia Giamboni.