21 ottobre| 1702 - 1704 Ferdinando Priuli
Dispaccio del 16 giugno| 1703|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
con vivo senso del mio animo mi conviene humiliare a Vostra Serenità gli avisi che tengo da Albona in data 15 corrente. Concernono questi che continuando i legni francesi le loro violenze, habbino la mattina dei 14 instante alla bocca dell’Arsa, dove s’attrovavano in numero di due vascelli e tre tartane, sopreso due bastimenti grandi patroneggiati da Piero e Agostin Vio, padre e figliuolo, mezi carichi di legni e questi condotti via sotto prettesto che li medesimi siano del Conte Novelli.
Doppo haver ossequiato le venerate ducali di Vostra Serenità 6 corrente, concernenti il trasporto delle cere da questa parte alla Dominante, e havendo compreso esser Publica intenzione che venghino trasportate alla sfillata, come pure risservarsi la Publica Sapienza il riflettere supra il punto delle scorte, ho esposto al Magistrato eccellentissimo de Cinque Savii alla Mercantia attrovarsene qui raccolta la summa di mille e trecento colli, esser vicino l’arrivo d’altri trecento, e che atendevo dall’eccellentissimo signor Capitanio delle Rive una galera che doveva passar alla Dominante, acciò si degnassero Vostre Eccellenze prescrivermi, se devo abbracciar la congiontura di spedire tutta questa considerabile raccolta di cera. Hieri è arrivata la galera diretta dal nobil huomo Semitecolo con una galeotta, et io sto attendendo le proprie commissione per potermi diriggere a norma della Publica sovrana volontà.
Non manco però di humilmente riflettere, che ogni qual volta fosse creduto opportuno, che a misura che arrivano le cere in questa città, a cinquanta in circa colli per volta, così anco fossero spedite con azzardo di poca summa, senza impegno di publici legni, e per osservatione d’una picola caravana, perché oltre le quattro o cinque peote che saranno necessarie per il presente trasporto, se ne uniranno molte altre de particolari per l’incontro della scorta. Le aplicazioni poi che ho esteso in Pirano sono state chiamate da un indispensabile publico servitio, in tempo che s’atrovava lontana da quella parte ogni altra sopraintendenza e che ricercava l’essitanza di quel illustrissimo rappresentante a questa vicina carica con più espressi in un giorno lume alle sue dirrettioni, e tutte sono state dall’auttorità e clemenza dell’eccellentissimo Senato o commesse, o approvate.
Per l’avvenire mi dirriggerò con la norma di quanto Vostre Eccellenze si degnano prescrivermi in ducali 6 corrente, onde risulti sempre la mia humile e rassegnata obedienza. Gratie etc.
Capodistria, 16 giugno 1703.
Ferdinando Priuli, Podestà e Capitanio.
Allegati: copie di ducali risalenti a: 25 ottobre 1702, 18 ottobre 1702, 23 novembre 1702, 4 gennaio 1703, 24 marzo 1703, 31 marzo 1703, 6 maggio 1703 (2 cc.).
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 84.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.