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14 settembre| 1703 Francesco Pasqualigo

Dispaccio del 14 settembre| 1703|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
prescelta dall’auttorità suprema di Vostre Eccellenze la debolezza mia a questo reggimento, mi sono con l’ubbidienza più pronta rassegnato al peso, e ne momenti dell’ingresso mio alla carica ne humilio ossequioso a Vostra Serenità la notitia.
Conosco veramente quanto dispari siano li miei talenti a paragone di quelli di tanti altri eccellentissimi precessori, che con risplendenti virtù hanno decorato l’impiego; tuttavia, confidando che l’Eccellenze Vostre siano per accogliere con aggradimento benigno anco la retta intentione che mi accompagna, e che da me sarà sempre inseparabile, per il publico miglior servitio procurarò che questa parte ardentissima compensi il diffetto di quell’habilità di cui per mala sorte mi trovo privo.
Come assicuro però costantemente la Publica Sovrana Grandezza ch’io non sarò mai per abbandonare il voto della dovuta applicatione e pontualità nell’amministrazione della giustitia, e nell’adempimento d’ogni altro mio incombente, così con termine d’humilissima riverenza supplico cadauna dell’Eccellenze Vostre del suo generoso compatimento, et humanissimo patrocinio per render prosperato l’impiego e felice me stesso nella gloria di servire alla patria adorata.
Intanto l’eccellentissimo signor Marco Balbi mio precessore, che con le sue prudentissime maniere si è in questa carica guadagnato gli universali applausi, parte meritamente accompagnato dalle beneditioni di questi popoli, negli animi de quali studiarò di conservare anch’io la prevista impressione, che portano di devotione e di fede verso il publico veneratissimo nome. Gratie.
Pinguente, li 14 settembre 1703.

Francesco Pasqualigo, Capitanio di Raspo.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 84.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.