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6 novembre| 1703 Nicolò Longo

Dispaccio del 20 novembre| 1703|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
questa mattina, verso le hore 18 circa, approdò in questo porto, dentro il molo in faccia il publico pretorio palazzo, la nave holandese chiamata Gioresse, gallera patronizzata dal patron Fortias Boreau, proveniente da Lisbona, con fedi di sanità di quella città de dì 30 settembre prossimo passato, col carico di salamoni salati, manteche e pellami per servitio di cotesta Serenissima Dominante, dieci canoni e dodeci periere. Nel tempo ch’io si (!) di tal approdo, come dello salpar di una nave e due tartane francesi, che heri sera erano approdate pure in questo porto nella val di Bucari, per sorprenderla e renderla cattiva, havevo rassegnato il raguaglio con barca espressa a sua eccellenza Filippo Donato, Capitanio alle Rive a Parenzo, dieci e più miglia di qui distante, dopo il mezzo giorno, previo l’abboccamento da me praticato con questo Console gallo, già accetato e che essercita la chirurgia, acciò procurasse il divertimento d’inconvenienti, ed il protesto vocale fattogli in sua specialità di tutti i danni che questa terra ed habitanti havessero potuto rissentire in caso di conflitto, in tal congiuntura inevitabilmente considerabili, essendosi già la nave holandese posta in procinto di resistenza; abbandonata questa da suoi è stata da legni sopradetti francesi condotta via da queste acque, benché al detto Console il patrone di detta nave protestasse sicurezza ne’ porti di questo Serenissimo Dominio, nell’assertione di che, a me pur fatta, risposi esser la Publica Sovranità neutrale, e dell’uno e l’altro principe amica, espressioni da me stessamente fatte al Console medemo, alla proposta che mandassi fuori dal porto la nave nemica, altrimenti sarebbero capitati, come hanno fatto, a prenderli; insomma ho procurato di possibilmente con la desterità esimermi da qualunque impugnabile impegno, così essendo le loro capitulazioni, dicendo detto patrone non ostante l’asporto, voleva avanti la Serenità Vostra far constare (?) l’invalidità della presa, seguita questa verso le hore 24; capita qui un dispaccio spedito da Sua Eccellenza Donato, qual abboccandosi con il comandante de bastimenti francesi, rappresentando ciò esser contro il concertato con monsù Bucher loro direttore e gli altri, dovendo i legni nelle riviere varate esser sicuri, essigge in risposta haver in commissione dal loro sovrano di prender i legni nemici in qualunque luoco essistono, e chi v’haverà l’intentione li difendessero; sentimenti la mattina da me esati dal predetto Console coll’occasione che asserivo dovendo i legni dirimpetto alla publica rappresentanza godere sicurezza. Io non ho potuto divertire l’effetto sortito all’attentato francese per la diligenza di più prescrizioni in tal materia, né ho omesso dal susseguito alle prime note di espressamente rendere immediate partecipe detto eccellentissimo Donado. Alla suprema sapienza della Serenità Vostra di tal emergenza humilio riverentissimi gli avvisi in dispaccio di quel rappresentante, che assaggiar devono i riguardi delle misure della serenissima patria. Gracie.
Rovigno, 23 novembre 1703.

Nicolò Longo, Podestà.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 84.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.