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1 marzo| 1704 Vincenzo Gritti

Dispaccio del 30 aprile| 1704|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
venerate le commissioni sovrane della Serenità Vostra, che mi comandano di procurare la raccolta ed unione possibile de marineri per l’armo delle publiche navi destinate alla custodia del golfo, ed estesa tutta l’applicatione dello spirito per conseguirne l’intento, incontro totalmente imposibile la riuscita, mentre com’è noto alla venerabile sapienza dell’eccellentissimo Senato, essendo scarsa d’habitanti in ogni parte la provincia, e questi tutti totalmente lontani dall’inclinatione all’impiego sul mare, restano puochi soli di quelli che, nati e nudridi nei luochi litorali, aletati dall’utile e comodo delle pesche, che particolarmente abondano nelle acque di Pirano e Rovigno, frequentano quell’esercitio, e gli altri, egualmente aletati dalla navigatione e trafico sopra peote et altre barche, non solo continuano la coltura dell’impiego stesso, ma acresendone il numero, anche con penuria e grosa spesa de marinari, vano avantagiando il loro comodo et conditione, cosiché resta affatto imposibile aletarli e persuaderli ad abbandonare l’amore del proprio profitto, et allontanarli dalla felicità della presente costitutione, dimostrandone evidentemente l’effetto i tentativi tutti d’invito praticati antecedentemente per commissione del Magistrato eccellentissimo all’Armar, non essendo riuscito al Capitanio Steffano Masarovich, spedito da quell’Eccellenze a questo effetto, l’uscirne d’ogni qualità, con l’opera et aplicatione del proprio personal impiego, che il solo numero di sette.
Altro comando inchina la mia humilissima rassegnatione in ducale dei 25 spirante, in ubbidienza ossequiosissima del quale si fa estraere da questo Ministro di Camera la nota di tutti li condotti de datii, e corere intimatione a’ medesimi che debbano presentare i solliti bilanzi per la missione al Magistrato eccellentissimo de Revisiori e Regolatori in Cecca, in ordine ed ubbidienza alle leggi, ed eseguita che sia da loro l’esecution del debito, riporterano anche in questa parte l’incombenze mie riverentissime le dimostrationi più vive della più rassegnata pontualità.
Essendo poi arrivato alla carica il nobil huomo Allesandro Minio, Podestà d’Isola, è immediate ritornato a riunirsi al corpo del Magistrato il nobil huomo signor Marin Boldù, Consigliere, attrovandosi presentemente restituito al suo perfetto numero, con somma consolatione de sudditi.
Sarà ispedito alla Casa dell’Arsenal il falconetto inutile che serviva alla compagnia de scolari de bombardieri in Pirano, havendo rilasciati gli ordini opportuni per la esecution del trasporto.
Ritornati poscia, per commissione della Serenità Vostra, all’ubidienza di questa carica li Sargenti Maggiori Ansoisio e Valazzi (!), ed eseguita dalla mia rassegnatione la commissione di spedire all’eccellentissimo signor Capitanio delle Rive Donado due delli sei ufficiali che servono alle dispositioni della medesima, perché, in consonanza al sentimento venerabile della Publica Volontà, fosserò impiegati sopra quelle galere, io ho fatto avanzare il Sargente Maggiore Gieronimo Bochina et il Capitanio (...) Zuane Fantinato, quali, comparsi all’ubbidienza della commissione, ha parso alla prudenza d’esso signor capitanio Donado di rimandarli a dietro, con lettere dei 23, significandomi che s’attrovava privo d’ogni notitia dall’eccellentissimo Senato della destinatione alla sua obbedienza degli ufficiali sudetti, oltre la lontananza del bisogno d’impiegarsi sopra quelle galere, come le veniva accennato, ond’eseguendo il debito che mi corre, ne rassegno humilissimamente la notitia all’ossequiata cognitione della Serenità Vostra. Gratie etc.
Capodistria, 30 aprile 1704.

Vincenzo Gritti, Podestà e Capitanio.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 85.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.