1 gennaio| 1704 Giacomo Barbaro
Dispaccio del 20 febbraio| 1704|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
composta la popolatione di questo territorio di gente in buona parte forastiera, sudditi d’eletione a Vostra Serenità, Prencipe benefico e clementissimo, conta specialmente diverse famiglie montenegrine. Dilettata da queste sin nel proprio paese la publica carità, ch’è mio studio sempre più imprimere nel loro animo con maniere soavi ed attente al loro maggior sollievo, ha potuto far nascere in alcune della stessa natione, sino al numero di sedeci, la passione ben viva di lasciar la patria afflitta dalla tiranide ottomana, et ricambiarla nella dolce soggettione in che vivono questi altri suoi compagni e parenti. Sono essi apunto che si presentano a questa carica con l’annesse supplicationi e lettera a nome delle famiglie medesime, implorando quelle pure la felicità d’elleggersi in Vostra Serenità il sovrano suo Prencipe. Nell’atto però di consolarli con accompagnare alle mature e venerate deliberationi dell’eccellentissimo Senato la supplicatione medesima, ho creduto, avvicinandoli nella fede e nell’ossequio a Vostra Serenità, havertirli a non far passo immaginabile senza quei concerti fossero comandati dalla Publica Maturità per quei gelosi riguardi potessero accorrere in questa facenda, che non è dell’humiltà mia ne meno accennare. Anzi che ho voluto loro aggiungere di non lasciare in quel paese uscire la voce, per non metter in pericolo quelle speranze che io potevo lor dare dei publici sovrani concorsi. Quanto al modo della lor sussistenza nel caso fossero secondate da Vostra Serenità le divote premure di questa gente, sono in debito di rifferirlo non difficile, pochi essendo li terreni non disposti dalla Publica Auttorità, parte otiosi parte coltivati senza titolo, il che m’ha fatto scoprire l’humilissima mia applicazione ad ogni parte di questo distretto. Come però non è osservabile remover il bisogno, anzi sarebbe inutile certo rigore, dove abbondano più le campagne, che gli huomini così possano giustamente e con facilità redimersi l’usurpationi e dilatarsi anco in altri gli effetti della publica paterna carità a misura dei tempi delle congiunture.
Sarà sempre di mio preciso debito l’obbedire con fervore di zelo e d’ossequio, piaccia a Dio con qualche vantaggio nel publico adorato servitio. Gratie etc.
Pola, 20 febraro 1704.
Giacomo Barbaro, Conte e Procurator.
Allegati: supplica dei montenegrini (1 c.); dispaccio dei montenegrini (1 c.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 85.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.