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2 luglio| 1705 Tomaso Morosini

Dispaccio del 8| novembre| 1705|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
estese le possibili diligenze per le nuove affittanze de dacii, e frequentati li publici incanti, ho il contento di haver migliorata di lire 1.000 l’esibitione delle lire 3.000 per il dacio de vini per terre aliene, condotta ordinaria, con mie humilissime già rassegnata a Vostra Serenità, e ricevuta la permissione di deliberare con ducali 26 settembre. Riddutta dunque alle lire 4.000 valuta corrente le solite conditioni giusto le annesse non resta che la publica sovrana approvatione; sì come quello delli paludi di Città Nova, di ragione di quella communità, deliberato per anni cinque per lire 10.650 valuta corrente con le conditioni ordinarie, ma che supera di lire 100 valuta corrente la passata condotta. Rassegno pure a Vostra Serenità l’esibitione di lire 1.600 buona valuta per anno uno per il dacio dell’imbotadura, non havendo bastato per migliorarla tutte le diligenze che saranno ancora continuate. Il scarso racolto de vini dell’anno corrente, non lascia gionger al segno dell’ultima condotta di lire 2.000 buona valuta per anni due; tutta via forse si supererebbe, se da tutti indiferentemente fosse pagato questo dacio, havendo fin ora il timore trattenuto li dacieri di entrare nelle principali caneve, e convertito un abuso in privilegio.
Per suplire a pagamenti ordinarii, et indispensabili di questa publica cassa si rende necessaria qualche dispensa di soldo obligato, come humilmente è suplicata Vostra Serenità. Gratie etc.
Capodistria, 8 novembre 1705.

Tomaso Moresini, Podestà e Capitanio.

Allegato: nota con l’entità delle somme estratte per il dazio dei vini (1 c.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 86.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.