8 aprile 1651 - 1652 Marco Bembo
Dispaccio del 24 luglio 1652
N. (senza numero).
Serenissimo Principe,
duplicate riverentissime ducali della Serenità Vostra di 22 giugno passato et corente, mi sono capitate questa mattina, colme del singolare benignissimo gradimento Publico verso a’ miei infervoratissimi impieghi, da quali non cessarò già mai il mio devoto zelo, colla proffusione del sangue stesso ch’ambirò sacrificare in servitio et per la felicità della Patria Serenissima.
Li Clementi e Cuzzi, doppo ricevuta da me la risposta conforme alle saggie Publiche prescrittioni alle lor lettere scritte a Vostre Serenità, vedutasi mancarli per hora la sapienza dell’assistenza a loro delle Publiche armi, m’hanno ultimamente mottivato la necessità che li ha costretto a qualche rinconciliatione col Sangiaco Giusufbegovich per li rispetti della conservatione de proprii armenti et raccolti de lor grani con quelle pianure; offeriscono però il loro concorso a’ danni dell’inimico, ad ogni comparsa dell’armi Publiche e promettono la propria disgiuntione dal Sangiaco, mentre pensasse capitar a’ danni di questi sudditi e di divertire in quanto puotranno l’armi del medesimo da queste parti. Io si come sono andato sempre blandendoli con ufficii et offerte di dover esser remunerato il lor merito dalla maestà della Serenità Vostra, così hora che mi sono capitate due delle tre pezze di panno, le andarò ripartendo a più benemeriti per tenerl’uniti dalla diversione dell’armi del Sangiaco, in vantaggio de gl’interessi Publici e di questi sudditi; et a Vostre Eccellenze trasmetto annesse le medesime lor letere scritte a me et al Cavalier Bolizza, ne’ quali continend’il progietto che fa il P. Refformato di qualch’annua publica ricnognitione a quelli capi per ubligarli con questa ad ogni maggior Publico servitio, quando paresse all’infalibile virtù di Vostre Eccellenze decretarli alcuna munifica rimostranza, mentre prestassero il lor impiago in servitio della Serenità Vostra, stimerei conferente a Publici interessi.
Al Sangiaco Cenghiich ho trasmesso le ducali pervenutemi in risposta a’ sue lettere et con esse il regallo ordinatomi, di spesa eccedente li due cento reali d’alcune puoche lire.
Le fuste di Santa Maura che si scopersero già in golfo, si riducono a numero di due, si come contiene l’aviso d’un schiavo da loro preso e che col riscatto è qui capitato il libertà; complirò soma(?) l’arrivo de remi per la gallea e barch’armade, mentre con questi quando pur continuassero il corso, puotrò cogliers’alcun bene decoro alle Publiche armi.
Capitorno già li 800 stara di formenton, ma talemente caldo che per (?)rarlo dal guasto, ho convenuto farlo tenir esposto all’aria, con che sia divertita la sua corutione; sol spiacendomi esser capitato si tale che sopragionte l’entrade a questi popoli, di puoco o nulla può sperarsene l’essito. Restando però questa piazza mancante de formenti et altri gravi de dannari e con puoca provigione de biscotto, per il che tutto ho già portato all’Eccellenze Vostre le mie humili intercessioni, incombe alla lor providenza l’espeditione con questa sollecitudine che richiede il bisogno a’ divertimento dei disastri che puotono seguire in piazza del tutto mancante.
Il Cavalier Bolizza, la cui aplicatione incessante riesce sempre frutuosa al servitio della Serenità Vostra, mi partecipa l’alligato foglietto messole dal confidente di Ragusi e per quanto concerne comandamenti de Turchi alle parti di Dalmatia l’invio pure all’eccellentissimo Generale per le di lui prudentissime riflessioni, godend’io de le gl(?) di quel prestantissimio senatore per l?importante acquisto di du(?) rissuonino anco tra nemici stessi.
S’intende qualche ammassamento a Pogdorizza de soliti ladri per rittornar a nuove incursioni sopra questi sudditi a divertimento de quali ho di già spedito alli posti li rinforzi et ordini opportuni.
La mancanza bene grave di dannaro, da cui mi sono trovato circondato, mi constinse già valermi dalla Camera del Governator Marcovicha Budua di duecento e nove, non più barille di vino di sua ragione, con che ho convenuto sovenir a quel tempo questi languenti militie, havendo pur all’hora e precedentemente reccevuto con prontezza simili suffraggi da altri me ubligati per dover esser sodisfatti col ricapito de primi dannari, come che n’è seguito imediatamente il giro di partita in questa Camera a credito di cadauno di loro, onde al giunger del primo dannaro e messime delli cinquecento ducati delliberati dalla Serenità Vostra, dovurà egli Marcovich essere rissarcito. Gratie etc.
Cattaro a 24 luglio 1652.
Marco Bembo Proveditor Estraordinario.
Allegati: lettera inviata al Cavalier Bolizza dalle genti di Cuzzi (1 c.); foglietto scritto dal confidente di Ragusa al Cavalier Bolizza (1 c.); dispaccio inviato a Bembo da Clementi (1 c.); lettera di Clementi per il Cavalier Bolizza (1 c.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 3.
Trascrizione di Giulia Giamboni.