14 settembre| 1703 Francesco Pasqualigo
Dispaccio del 24 ottobre| 1705|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
venerato l’incarico di Vostra Serenità, esteso nell’inchinate ducali di 17 settembre decorso, che ragguagliandomi le commissioni rilasciate all’Eccellentissimo Reggimento all’Arsenal di prendere per mano la matteria de boschi, mi preterisce trasmetterli tutt’i lumi necessarii, e quanto conoscessi inservire alla stessa, non ho punto tardato l’essequire il supremo commando, humiliandoli l’informationi più distinte con tutte le carte reputate conferenti all’interesse. Rassegnatomi anco al publico sovrano sentimento contenuto nell’altre precedenti ducali di 25 luglio decorso, ho con lettere circolari obligati tutti quelli che tenessero licenze di tagli di legne inutili, ottenute negl’anni andati senza limitatione di tempo, doverle presentare in questa Cancelleria, per restringerle in avvenire il termine in soli sei mesi come rimane da Vostra Serenità decretato.
Rilasciato tale precetto sono comparsi avanti me li Giudici delle communità d’Albona e Fianona con li Procuratori del Popolo, per esser questa carica delegata da Vostre Eccellenze nella matteria de boschi in tutta la provincia, et in hanno presentato in nome publico l’annesso memoriale. Dal suo tenore ho raccolto esser state dal reggimento di Capo d’Istria spedite lettere circolarmente a’ reggimenti subordinati con ordini a stampa, estesi dall’accreditata vertù dell’Eccellentissimo signor Leonardo Mocenigo, fu Inquisitor sopra Boschi in Terra Ferma, co’ quali resta sotto rigorose pene vietato anco in questa provincia l’uso d’ogni sorte di legne di rovere, de pascoli e delle giande, con universale commottione de popoli per dover restar privi del modo di riparare alle loro habitationi bisognose frequentemente di restauro, diffendersi dai rigori de freddi e suffragare la loro raccolta con la vendita delle legne da fuogo, nel difetto de terrenni atti alla coltura e capaci di somministrarli il necessario alimento, essendo quasi tutta la provincia montuosa, sassosa e copiosa di boschi particolari.
Dall’alligata terminatione del fu nobil huomo ser Nicolò Salamon, Proveditore sopra Boschi dell’Istria sino nell’anno 1587, che fu anco Capitanio di Raspo, scaturisce il mottivo pietoso che l’indusse a concedere alle communità supplicanti l’uso del legname inutile alle publiche occorrenze, e Vostra Serenità nell’anno 1670, 17 settembre, sopra informationi dell’Eccellentissimo Reggimento all’Arsenal et Magistrato all’Acque, benignamente decretò che quelli che allevaranno roveri in boschi nuovi, o terreni particolari, siano questi di loro particolar ragione, così che possino a proprio piacere esitarli e disponerli, e ne boschi vecchi siano permessi li tagli con le necessarie licenze per servitio de particolari medesimi, com’è stat’anco sin hora praticato previa però sempre la visione di publico perito, et il bollo di quei legni buoni, o per venir buoni per la Casa dell’Arsenal.
Se gl’ordini precitati dell’Eccellentissimo Mocenigo dovessero anco in questa provincia riportare un’intiera osservanza, vengo assicurato correrebbe la provincia stessa un evidente pericolo di rimanere nella sua scarsa popolatione maggiormente indebolita, mentre molte famiglie sarebbero necessitate dalla loro povertà ad abbandonare il paese per procacciarsi altrove il sostentamento. Io tuttavia consacro con divotissimo ossequio tali notitie all’intelligenza sovrana dell’Eccellentissimo Senato, per quelle deliberationi che fossero reputate più conferenti all’interesse del Prencipato.
Concessa poi dalla publica benignità a questa carica, con l’antescritte ducali 17 scaduto, la facoltà di ricevere li ricorsi de banditi dalli reggimenti dell’Istria et accordarle la loro liberatione con mesure di carità e di giustitia, et reso me immediate in tutte le città, terre e castelli palese tale publico clementissimo sentimento a norma del sovrano pietoso venerato decreto 1704, 20 decembre, molti a quest’hora m’hanno fatte portare le loro instanze restituirsi nella publica gratia; chiuso che sarà il periodo del tempo assegnato a’ banditi stessi humiliarò alla Serenità Vostra tutte le liberationi accordate per l’approvatione degl’Eccellentissimi signori Sette Delegati in ubbidienza all’ingiuntomi, e s’alcuno s’abbusasse poi della publica carità, suggerirò con divotissimo ossequio alla Publica Sapienza, come mi resta prescritto, quelle vie che potessero rendersi più aggevoli per riddonare una volta la quiete all’afflitta provincia. In tanto consacro all’Eccellenze Vostre le note de banditi da dieci anni in qua, che mi sono sin’hora pervenute, come farò anco delle rimanenti giunte che mi saranno per render pienamente ubbidito il publico supremo commando.
Non mai disgiunta l’attentione del mio zelo divoto dal miglior publico adorato servitio, mi sono ne giorni scaduti conferito ne monti del Carso per l’ordinaria generale rassegna di quell’ordinanze, com’anco de quella dei cinque castelli, e territorio soggetti a questa carica, passai al luogo consuetto per esseguirla. Trovate diffettive le centurie dell’ordinario numero l’ho riempite di bella gente atta al servicio, espurgandole degl’inhabili, e facendole armare, onde poi ben disciplinate possino nelle publiche occorrenze rendere il necessario frutto.
Havend’io però consonte in tale publica funtione cinque giornate imploro humilmente a norma del praticato dalla publica benignità l’approvatione affine nella resa de miei conti mi siano bonifficate.
Nel giorno di giovedì 8 corrente, s’attrovavano sopra la montagna di Racievas di ragione di Vostra Serenità Biasio Clobaz Poluppo di detta villa, et un suo fratello, conducendo con il loro carro et animali legname reciso nella montagna medesima.
Incontratisi detti Clobaz in sedeci liberaiti, che sono persone destinate al divertimento de contrabandi di Staraz, giurdisditione arciducale, professarono queste raccolto il legname nello Stat’austriaco, e perciò gli levarono il carro et animali asportandoli anco due archibuggi di publica ragione, et inferendo ad esso Biasio molte offese.
Ricevuta la notitia di tale violenza feci per non rendermi molesto alle publiche orecchie passar ufficii a quel governatore per la restitutione delle robe predette a scanso di nuove moleste insorgenze, che per tal caso soprastano tra confinanti sudditi, ma costante egli nel sentimento che detti Clobaz fossero trovati nel suo distretto, ha recusato praticarla, esprimendosi havere di ciò dato anco conto alla superiorità di Trieste, né poter far alcun passo senza commando. Per assicurarmi in tanto della verità ho spedito questo Capitan Valpotto con altre sei persone pratiche a rivedere i confini, e rilevare il sito dove seguì l’esposta violenza.
M’hanno essi rifferito con giuramento esser stata commessa nel dominio di Vostra Serenità, e restando ciò affermato anco da due altre persone di Mune, villa arciducale, consacro a publico sovrano lume l’emergente per quelle deliberationi che sono proprie della suprema publica sapientissima maturità. Gratie etc.
Pinguente, li 24 ottobre 1705.
Francesco Pasqualigo, Capitanio di Raspo.
Allegati: copia tratta dalla copia dei roveri fatta per Fantin de Benetto, capitano della valle di Montona (2 cc.); supplica per l’utilizzo dei legnami, ghiande e dei pascoli (2 cc.); copia di un ordine del podestà di Capodistria e di una parte dei Pregadi che concedono l’uso del legname, ghiande e pascoli (2 cc.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 86.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.