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14 settembre| 1703 Francesco Pasqualigo

Dispaccio del 20 gennaio| 1705|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
venerate con ossequio proffondo l’inchinate ducali di Vostra Serenità di 15 novembre decorso, che trovano giusto, che con mesure adeguate allo stato e conditione de contribuenti alla carratada della terra e territori d’Albona si devenga a nuova ritansa, ond’il peso habbi a cadere con proportione sopra cadaun esente, e non esente, come prescrivono i publici decreti, m’accennano l’incarico rilasciato a quell’Illustrissimo signor Podestà di far comparire alla mia ubbidienza gl’intervenienti della communità, perché udite le loro ragioni possi amministrarle giustitia, e sopita ogni discrepanza rimanghino i sudditi sollevati dall’aggravio indebitamente rissentito e resti supplito all’importanza del publico interesse con le condotte de legni.
Rassegnatisi prontamente quei Giudici a questa carica in essecutione del publico sovrano commando, et espostomi in diffusa maniera sì da essi come da territoriali quanto milita a favore delle loro ragioni, ho decretata nuova ritansa, et uniformandomi al publico sentimento, ho prescritte ordinationi tali che da preliminari dell’ubbidienza contribuitagli, mi fanno sperare vedere doppo con lungo corso di dispendiose e moleste contese, riddonata a quei popoli la pristina quiete.
Destinatasi da me in vigore de publici supremi decreti a imitatione degl’Eccellentissimi precessori, la solita visita di Pirano per li primi giorni della prossima Quadragesima per essaminare li maneggi di quel Fontico, communità e Santo Monte, et applicare quei compensi che reputarò consentanei al publico e privato interesse, e che richedessero i diffetti, che mi sortisse scoprire, necessaria (...) si rende l’assistenza d’una barca armata sì per decoro del publico nome come per haver forze pronte e valevoli ad astringere alla dovuta sodisfatione tanto quelli che nella revisione risultassero debitori ad essi pii luoghi e comunità, quanto gl’altri diffettivi di caratade a questa publica Cassa, come fu praticato dall’Eccellentissimo precessore.
Io però, mosso dal debito e dal zelo del publico servitio, ne farò di tale urgenza humilissimo cenno a Vostre Eccellenze, onde, quando tale sia il loro sentimento, possino distribuire gl’ordini all’Eccellentissimo signor Proveditor d’Armata Loredan, affine habbi a render soccorso il bisogno; et a me resta aperta la strada d’essercitare i numeri de miei divoti incomodi e contribuire prove sempre più certe delle mie indefesse attentioni al miglior interesse della patria adorata. Gratie etc.
Pinguente, li 20 gennaio 1705.

Francesco Pasqualigo, Capitano di Raspo.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 86.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.