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1 gennaio| 1704 Giacomo Barbaro

Dispaccio del 18 febbraio| 1705|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
la notte del 13 del corrente, approdata in un porto di questa giurisdittione una lanza con tre marinari, uno fiorentino e gl’altri spagnoli, armata di tre petriere, et alcuni mascoli e moschetti da cavalletto, che per quanto rillevasi da loro constituti dicono che già nove mesi furono fatti schiavi da bastimento corsaro segnano, e fuggiti da un naviglio che era teso nel porto di Fiume per andar in corso. La mattina susseguente a tal comparsa n’hebbi le notitie, ma come non ho havuto prontezza di forze per farla fermare, così soprafatta da un religioso imperiale assistito da altri compagni, la presero in suo potere, girando immediate il loro viaggio verso Fiume, lasciando a terra li marinari stessi. Ad oggetto di render ben cautellata ogn’occorrenza, ho rissolto farli fermare, e trasmetterli all’Eccellentissimo signor Provveditor d’Armata, che s’attrova a Parenzo. Io in tanto non mancarò con tutto il fervore della mia dovuta attentione d’accudire agl’emergenti che nascer potessero in questo distretto, che s’estende nella maggior parte sopra il Quarner, dove nascono più frequenti gli sconcerti, ma scontento della mancanza di forze non posso alli medesimi poner quell’opportuno rimedio ben compreso dall’infallibile sapienza di Vostra Serenità, alla quale humilio il fatto presente in testimonio del debito, che mi corre con l’Eccellenze Vostre. Grazie etc.
Pola, 18 febbraio 1705.

Giacomo Barbaro, Conte e Proveditor.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 86.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.