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26 settembre 1795 Andrea Querini

Dispaccio del 14 dicembre 1795

N. 10

Serenissimo Principe,
dopo le prime notizie sul diramato contagio nella Bossina, i due abili commissionati ufficiali Danese e Sinobad unitamente all’esperto medico Nicolich nell’annessa approvata relazione del loro viaggio e importanti scoperte offrono nuovi riscontri di esatta puntualità individuando con voto uniforme l’origine, l’epoca, i sintomi, gli effetti, e progressi del miasma pestifero divampante in quell’estere finitime pertinenze.
è generale in que’ contorni la costernazione: seguono tuttodì le fughe de Turchi, e ritirandosi nelle montagne abbandonano con le traccie dello squallore ed avvilimento le proprie case e sostanze.
Cambiano linguaggio i lavoranti, e vinta in essi ogni maliziosa riserva dalla violenza della paura propalano liberamente l’irruzione del morbo.
I villaggi di Podnum, e Verzevala i più prossimi alla suddetta frontiera da qualche giorno sono esenti dalle mortalità, forse perchè la evasione degli abitanti sottrae le vittime al desolante flagello: anche la campagna di Livno non soffre più attacchi, nè decubiti, ma per voce comune quella città è desolata dal fatal morbo.
Disposto già, come rassegnai col divoto n. 6 di ridurmi a Spalato, dietro si ingrate riconferme, non ho esitato di sollecitar il mio distacco da Zara, e dopo sei giorni di viaggio, domani mi dirigo alla frontiera di Sign; primo oggetto delle mie applicazioni, onde effettivamente disciplinarvi la linea coll’uso delle possibili cautele, e rinvigorir colla costanza dell’esempio la puntualità de’ Sudditi, e delle rispettive figure ispezionate.
Se però ripeto i miei voti a Vostra Serenità per la pronta spedizion degli implorati sussidi a conforto di chi serve, ed a salvezza della mia responsabilità, mi vi sprona l’urgenza del bisogno, e la infelice costituzione di questi sudditi.
Se manca loro la sussistenza non possono ripromettere quell’assiduo onorato servizio, che assicura gli eminenti oggetti di stato, e di comun tranquillità.
La certezza del premio e il rigor del pronto castigo sono le basi fondamentali del buon ordine e delle utili provvidenze: ma l’uno non può disgiungersi dall’altro: e perciò la sapiente autorità dell’Eccellentissimo Senato non vorrà riservar alla specialità mia la fermezza delle pene senza condiscendere ai necessari effetti di sua sovrana rimunerazione.
Meritevoli di essa i due riputati uffiziali, che con tanto rischio di se medesimi esaurirono sè esattamente gli ordini dell’Eccellentissimo Magistrato sopra la Sanità, alieni da ogni vaghezza di pecuniario assegnamento, vorrà il genio munifico di Vostre Eccellenze rianimarli alla costanza del travaglio con misure che solleticano gli onesti aspiri di militar ambizione.
Contumacianti oggi nel lazzaretto di Spalato, dopo compiuta la legar riserva, riassumeranno nelle rispettive frontiere le proprie ispezioni, ed io ne affretto il momento a maggior mia quiete ed a viepiù stabile sicurezza della provincia.
Anche il sardar Billich ha diritto sulla [grazia] di Vostra Serenità, mentre in quanto alla specialità del Medico mi saranno di norma le misure dall’Eccellentissimo precessore uscite nella prima spedizion verso il protomedico Pinelli non disentita dall’Eccellentissimo Senato.
Non interessa meno i pubblici oggetti il demarco della confinazione austro turca finora contrastata dalla pertinace opposizion dei Bosniachi recredenti a qualunque smembrazion del loro distretto a furor de’ Cesarei.
Il concitamento tumultuario di que’ magnati fu calmato dalla mano robusta del Visir, che destreggiando l’uso dell’arte e della forza seppe vincere la loro feroce ripugnanza e renderli pieghevoli alla risoluta volontà del Sovrano.
Il capitano di Biach e due primati, incerti del loro destino, gemono carcerati nelle prigione di Traunik, e il begh Culinovich tagliato a pezzi e gettato sulla strada di quella residenza sparse un’utile terrore nello spirito irrequieto degli Ottomani.
Ammansata con sè violente esecuzioni la loro ferocia, progredirono quietamente i rispettivi commissari all’effetto della loro deputazione.
Le piazze frontiere di Biach ed Ostrovizza rimasero quindi con brevissime circolari soggette alla dipendenza degli austriaci oggidì fatti padroni fino alla sinistra sponda dell’Una.
Alla sorgente di quest’acqua ebbero fine i progressi de’ Cesarei pretendenti tutto il paese di Graovo, ma non assentito da Turchi, perchè non incluso nella Convenzione di [Scistov].
Discrepanti su quest’articolo, e fermi tenacemente nel rispettivo consiglio erano disposti attenderne lo sviluppo della volontà de’ Sovrani per l’una e per l’altra parte.
Queste circostanziate notizie mi derivano dal benemerito tenente colonnello Sinobad, che esaurendo in Bossina gli oggetti di sua spedizione in rapporto alla Sanità combinar seppe eziandio con prudenti in affettate misure quelle non men gelose della peculiar sua confinaria deputazione.
L’esatto [emissario] però, che di mio ordine tien dietro ai passi degli esteri commissari mi avverte che dopo qualche giorno si combinarono sulla rassegnata inserta discrepanza e progredirono verso il pubblico confine verso il triplo ad eseguir le convenute operazioni.
Mirano queste all’escavo di lunga e larga fossa che marcar deve il rispettivo dominio, dove cessa il corso del fiume Unna divisorio l’una dall’altra giurisdizione.
Diffidando gli Ottomani degli Austriaci sollecitano con tutto il calore i lavori; donde risulta, che oltre a varie importanti località ritorneranno sotto il dominio della Porta Graovo e Stosiste, frequentate da sudditi a motivo de’ pascoli estivi.
Prima di staccarmi da Zara, i superiori dei tre conventi di rito greco in Provincia mi si produssero colla annessa supplica implorando la licenza di raccogliersi in legal congregazione, onde divenir alla scelta di un provicario, che invigili al buon regolamento dell’ecclesiastica disciplina.
Ne’ tempi addietro, sendo vacante la sede vescovile di Filadelfia, i superiori dei conventi medesimi elessero in loro capo, da se soli, e senza pubblico assenso l’archimandrita Mogunovich ultimamente defunto.
Gli odierni supplicanti conoscono necessaria l’essistenza di tale figura, ma ossequiano con suddita dipendenza la pubblica autorità, e ne invocano il grazioso permesso.
Trovo utile il progetto: ma per autorizzarlo invoco i Sovrani assensi di Vostra Serenità, e di Vostre Eccellenze. Grazie.
Spalato 14 dicembre 1795.
Andrea Querini Provveditore Generale in Dalmazia e Albania.
Allegata copia de la Relazione scritta all’Eccellentissimo Andrea Querini dal tenente colonnello Sinobad e dal colonnello Danesi il 30 novembre 1795 (8 cc.).

Nota: Arrivato il 28 dicembre 1795.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Provveditori da Terra e da Mar e altre cariche, b. 467 (ex 662).
Trascrizione di Guglielmo Zanelli.