8 aprile 1651 - 1652 Marco Bembo
Dispaccio del 30 luglio 1652
N. (senza numero).
Serenissimo Principe,
questa mattina giunta a queste boche una filuca da Levante, fecce capitar al sopradetto della gallea a quella guardia una lettera diretta a cadaun Governatore o Comandante di gallea o vassello armato della Serenissima Republica, ch’apperta dal medesimo sono avisi dell’eccellentissimo signor Proveditor di Corfù, essersi scoperte in quei mari otto galee barbaresche, col dubio puotersi credere maggior numero per l’intiera squadra, temendosi voler queste impedire il comertio tra quell’isole et il regno, per difficoltare li soccorsi all’armata, del che pervenissi la notitia alla gallea dell’eccellentissimo signor Capitano Generale et all’altre destinate a quel viaggio, ad effetto che unite o separate, andasser regolate et caute et di ciò haverne per vie d’Otranto portato li raguagli all’Eccellenze Vostre. Io ispedisso subito li medesimi avisi all’eccellentissimo signor Generale et all’eccellentissimo signor Ambassiator Capello, che da Zara s’intende in viaggio a questa parte, facendo pure partecipi nel tempo stesso gl’illustrissimi Rettori di Curzola, Lesina e Spalato per ogni più acurata vigilanza a diffesa de sudditi; et io qui non resto dalla vigillanze possibili a sodisfattione del mio debbito, in affare di som’importanza.
A confini, lode a Dio, sta sopito cadaun gagliardo motto et questo piciol respiro, nella somma degl’altri Publici gravi incontri, m’ha permesso l’aplicarmi ala revisione et governo delle polveri che ritrovate guaste in gran parte, ho fatto riffare et riddur in maggior perfetione l’altre col solleggio, et molte continuate dilligenze di questi bombardieri. Ho osservato li depositi d’esse polveri, così mall’acconzi, con tetti rovinati da gran tempo che l’acqua de ogni piaggia cadeva a bagnarle, non fattosi mai il riparo del tavoloni, si al tetto come alle mura di dentro per ripararle dall’humido, al che non avertitosi mai prima, non ha puotuto che recarmi soma meraviglia, otimamente conoscendos’in fatto da queste cure dipenderne la presservatione di si necessaria monitione a cautella maggiore de Publici capitali et interessi. Viddi anco con non piciol amiratione ch’effetti di si gran vaglia corevan per passato per mano de ministri senza le consegne a peso, a guisa che stava sempre soggietto il Publico discapito, senza sapersi da chi o qual rissarcimento dovess’aspettarsi d’alcun danno a questo. Ho però coll’occasione stessa fatto seguir la misuratione pontuale a peso di tutt’esse polveri, et le note necessarie nelli libri della Camera a debbito del monitione presente, per dover anco in continuatione del tempo seguirsi forma si aggiustata e necessaria a pro del servitio della Serenità Vostra. Gratie etc.
Cattaro li 30 luglio 1652.
Marco Bembo Proveditor Estroardinario.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 3.
Trascrizione di Giulia Giamboni.