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8 aprile 1651 - 1652 Marco Bembo

Dispaccio del 5 agosto 1652

N. (senza numero).

Serenissimo Principe,
coll’arivo a Cattaro dell’eccellentissimo signor Ambasciator Capello il di primo corente, hebbi nelle ducali benignissime della Serenità Vostra di le commissioni ingiuntemi alla nuova carica di Proveditor in Provincia, della quale vengo gratiato dall’Eccellenze Vostre et al che in defficienza de talenti, dovuti corispondere l’impiego della vita et d’ogni puotere a pro della patria, conossendo riuscirmi pesantissima la mole; non pare però che rendermisi soave, mentre non deve mai sfugirsi cadaun uso di più fatic’aplicatione a gloria e servitio di Vostra Serenità, con pontualissim’osservanza adempirò all’eccennate commissioni dell’Eccellenze Vostre et ero per condurmi velocemente a Zara, così commessomi dall’eccellentissimo signor Generale per attendere suoi ordini, ma delle otto galleotte barbaresche già scopertesi verso Corfù, come per lettere dell’eccellentissimo signor Proveditor di quella fortezza resto in mie devotissime ultimemente raguagliata la Serenità Vostra, inoltratesi quatro dino Valona con predda d’un vassello carico d’oglio, raggionevolemente deve supporsi che puoco lungi poss’esserli la conserva dell’altre quatro, nassendone per ciò grave sospetto di gagliardi tentativi entro questo canale, onde fattasi breve consulta s’è giudicato col virtuosissimo assenso dell’eccellentissimo signor Ambassiator medemo d’avisare l’eccellentissimo signor Generale col caichio espresso, ch’hoggi s’espedisse, et in tanto a me rimane l’incombenza a scorere con le due gallere et quatro barch’armate in cauta forma fino l’acque di Dulcigno, per penetrare tutte le voci et possibilmente la verità degli avisi, et s’accerti la Serenità Vostra ch’in quanto puotrà concedermi l’appertura, non mancarà alle parti di pronta ressolutione per tentare quel bene che maggiormente sarà permesso, o pure quando la forza dell’inimico habbi ad essere molto superiore, gran avertenza devesi alla parte di questo canale, come la prima et tropp’esposta a’ danni con la gallea arbesana, che può dirsi serva più d’impaccio che d’altro, resasi quas’inutile senza remi et essa scavezza, onde via da ogni cimento al che suplir non piò per tanti diffetti e in continuo rischia di persersi. Coglierò pure in fatto l’opportunità, se anco senza imaginabil dimora, puotrò portarm’in Dalmatia per attender gl’ordini dell’eccellentissimo signor Generale, bramand’io con ardentissimo zelo puoter esser a tutte l’occasioni per ben servire alla patria.
Alla parte di Cattaro, loda Dio, non corre gelosia che fin hora possi dare considerabil temenza, la maggiore dipendendo dalla tenue proviggione de ricapiti in quella piazza. Gran bene però può dirsi ch’al Iussufbegovich Sangiacco d’Albania manchi quella facilità ch’hebbe gl’anni decorsi di far campo delle genti da monti, sopra Albania, vedendosi mantenuta con effetto fin hora la promessa ame fatta da Cuzzi e Clementi di non unirsi a’ danni nostri, et devo somamente godere nel riguardo a si buon servitio, che sian giunti ultimamente li tre panni, delliberati dalla sapienza dell’Eccellenze Vostre, riconoscimento della lor fede, riuscendo dilligentissimo non solo l’inviamento d’essi panni dall’illustrissimo signor Gioanni Nanni Proveditor sopra le Camere, ma per qualità de medesimi d’ottima perfetione et propria apunto a sodisfattione del bisogno in simil congiontura, che anzi già due giorni prima del mio partire, venne di commissione di quelli capi persona loro fidente per levare li cento reali già essibitili in tal conto, onde d’appunto a sodisfattione loro di venderli un panno et darl’in dannaro, con che voglian tener maggiormente occulto il loro trattato presso li Turchi, interamente nudrendo atti di fede et d’ottima volontà, come dal padre refformato, missionario fra detti Clementi, viene particolarmente espresso in lettera a me diretta, copia della quale sarà occlusa per più distinta informatione dell’Eccellenze Vostre et le altre due pezze serviranno per tenerli maggiormente ubligati con speranza del conseguimento pur d’esso, o del loro prezzo. Avertito da me nel resto in affari più importanti l’illustrissimo signor Rettor Bragadino, che con virtù et prudenza dirrigerà a’ segni vantaggiosi quest’et altri emergenti, a buon servitio di Vostra Serenità. Resta però angustissimo fra la mancanza de più essentiali ricapiti et di vivere et di dannaro, come con pontuale distintione Vostre Eccellenze furono raguagliate in più mano di mie humilissime lettere, et io non ho puotuto senza mio ben vivo ramarico veder restati molti di quelli sudditi, non sodisfatti di grosse sime, che con uso di placidezza nell’estreme mancanze gl’indussi a soministrarmi in più tempi con sicura speranza di godere la sodisfattione, prima del mio rittorno da quella carica; ma nè me l’ha permesso questa mia repentina partenza, nè la strettezza inesplicabile di dannaro. Altri anteriori crediti molto grossi sono di sudditi in quella Camera, contratt’a part’a parte nelli tempi di tutti li miei precessori, et mentre l’urgenza sucedon gravissime, havenda continuarsi a trattenerli le sostanze senza mai dar modo di qualche restitutione a’ medesimi, consideri la virtù Publica le pregiuditiali consequenze che possono nasser in questi tempi dal discontento loro, onde necessario può conossersi, se il delliberar qualche portione di dannaro in specialità loro, valerebbe a levarli la forza del dispiacere et ad inanimirli di concorere con prontezza et volontarii in altre occasioni, ove tal volta per veder tropp’arischiato il stato di quella piazza, ha convenuto valersene con l’auttorità. Non ho dovuto trascorere di rapresentare ciò a Vostre Eccellenze in questa mia partenza, parendomi rispetto degno del loro sapientissimo rifflesso.
Dal medesimo eccellentissimo Ambassiator mi capitorno li ducati cinquecento per il Governator Marcovich, fatti da me subito contare al suo intervenimento et suplitosi con pontualità alle comissioni della Serenità Vostra. Gratie etc.
Dalla gallea alla boche di Cattaro li 5 agosto 1652.
Marco Bembo Proveditor Estraordinario.
Allegato: lettera scritta dal frate missionario a Clementi, indirizzata a Bembo (1 c.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 3.
Trascrizione di Giulia Giamboni.