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14 settembre| 1703 Francesco Pasqualigo

Dispaccio del 16 maggio| 1706|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
spiegate a Vostra Serenità in varie mie humilissime lettere l’infestationi de’ banditi in questa provincia, et resosi inutile ogni passo per estirparli, venerai sopra il mio divoto suggerimento, esteso in ubbidienza a publico sovrano comando il publico pietoso indulto nell’arbitrio conferito al Reggimento di Capodistria, et a me con ducali di 17 settembre dell’anno scaduto, d’accordarle la loro liberatione.
Fatta, con lettere e proclami, in tutte le città, terre e castelli della provincia stessa, palese tale publica caritativa volontà, mi sopraggionsero nuove commissioni dell’Eccellentissimo Senato, che mi restrinsero l’ampla facoltà impartitami in quella sola di liberare banditi soggetti a questa giurisditione. Rassegnatomi al commando, a due soli ho accordata la libertà nelle mesure espresse negl’alligati decreti, che uniti alle copie de’ loro bandi rassegno a Vostra Serenità per l’approvatione degli Eccellentissimi signori Sette Delegati, come mi fu in esse ducali prescritto.
Ben è vero però ch’il numero sarebbe stato maggiore, ma pretendendo l’Eccellentissimo signor Podestà di Capodistria haver egli l’auttorità di liberar anco quelli che fossero stati banditi da qu(esto) reggimento, come ha praticato d’alcuni, non ha potuto il zelo comparire più profficuo nel rimettere in gratia i contumaci e aggevolare la tranquillità all’afflitto paese.
A questo passo per appunto invoco mi sia dalla Sovranità Publica spiegato se sia sentimento di Vostre Eccellenze ch’il predetto Eccellentissimo Rappresentante habbi ingerenza anco nella liberatione de’ banditi da questa carica, per regolare i miei passi nella dipen(...) de’ rei dalle raspe, pront’io ad essequire con ciecca filiale ubbidienza ogni supremo prescritto. Gratie etc.
Pinguente, li 6 maggio 1706.

Francesco Pasqualigo, Capitanio di Raspo.

Allegato: relazione e costituti riguardanti i banditi della provincia (6 cc.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 87.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.