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26 settembre 1795 Andrea Querini

Dispaccio del 9 gennaio 1796

Dispaccio del 9/1/1796:

N. 11

Serenissimo Principe,
depauperate di abitanti o fuggiti o morti la vicina piazza ottomana di Livno progredisce ne’ suoi Recinti il contagio, e già ne divampano gli effetti desolatori anche nell’altre contrade di Prussaz, e Scoppie.
Per si funeste notizie rinvigorito il mio zelo a vincere i disagi della stagione, mi feci sollecito di compier la visita della linea in queste frontiere e di esaudir quelle disposizioni disciplinari che si ricercano, in vicinanza di tanto pericolo, alla grandezza dell’argomento.
Nell’umiliarne le risultanze all’Eccellentissimo Senato, non posso dissimulare, che a tutt’altro che all’esattezza dell’ordine fa d’uopo di ascrivere la felice combinazione, se finora il morbo non penetrò le pubbliche giurisdizioni.
Non traccierò a parte a parte la serie dei riconosciuti inconvenienti lungo la linea, in alcuni siti mal difesa, in altri incustodita, e dove bisognosa di rinforzi.
Ripeto anche alla grandezza di Vostre Eccellenze che la fiducia di chi governa questa Provincia sta esposta a troppe sensibili contingenze, se riposa ciecamente sulla puntualità de’ Sudditi, e che in ogni rapporto di Pubblica Amministrazione, e massime nella materia di Sanità influir può solo la presenza della carica.
Abbraccia questa linea orizzontalmente lo spazio di sessanta miglia; intersecata però da valloni, da strade precipitose, ma facili a tentarsi da gente avvezza a questi dirupi, e solleticata dall’interesse a deluder la pubblica vigilanza.
Trovai opportuna perciò l’aggiunta di sedici caselli, che traguardandosi a vicenda garantiscano la comun salvezza per ogni lato della linea.
La ho divisa in due riparti, suddivisi in dieci divisioni. Cadauna divisione è formata di corrispondente numero di caselli, armati da cinque terrieri.
Una metodica ronda lungo le rispettive divisioni pattugliando tiene in esercizio di attività le guardie, e forma una quasi controlinea che avvalora la permanente.
L’una e l’altra poi sono garantite dalle ronde interne delle ville; sicchè triplicata per tal forma la difesa si prevengono le furtive intrusioni dell’Ottomani.
Dimessi gli uffiziali non corrispondenti alle gelosie del servizio; rinforzati quelli che soli non poteano supplirvi coll’innesto di Italiani e nazionali per eccitarne l’emulazione ed un utile reciproca diffidenza; i cinque appostamenti militari sono oggidì coperti da figure che non lasciano temere rovinose condiscendenze, nè proscritte facilità: si per l’individuo loro carattere, come per l’assegno rispettivamente fissato secondo il grado, e rango, unico mezzo che tranquillizza sull’esattezza delle predisposte discipline a tutela della Materia.
Anche le guardie terriere beneficate dall’Eccellentissimo Magistrato di una libbra di pan biscotto provvisionalmente, costituite sotto la dipendenza oggidì del colonnello Leonardo Cressevich eletto in deputato generale di Sanità, promettono un’effettiva esistenza e servizio puntual alla linea.
Mi fu però forza combatter contro i disordini di una corrotta abitudine, e contro l’impunito, perchè mascherato, arbitrio, causa del diservizio, favorito dalle esenzioni, che sono la risorsa dell’opulente morlacco, e l’oppressione del miserabile.
Questo delicato argomento fu provvidamente esaurito dalla virtù dell’Eccellentissimo Inquisitorato ai Rolli, e con sistematiche Terminazioni; le sanzionò col Sovrano Decreto 5 settembre 1793 l’Eccellentissimo Senato; ma non per anche diffuso a beneficio de’ sudditi, vi pullulano tuttodì i disordini procurati dal sagace raggiro de’ forensi.
Non è immeritevole de’ sovrani consigli questo articolo; mentre io attenendomi ai metodi in esse Terminazioni sistemati dispongo insensibilmente i sudditi alla generale riforma.
Ritrosi al servizio gli esenti, ve li ho tutti indistintamente ordinati coll’alternativa de’ turni di quindici in quindici giorni; e perchè non si pretesti colla distanza de’ luoghi la puntualità del servizio, quello della linea lo ho concentrato alla popolazion oltre la Cettina, e ristretto ogn’altro peso angarico territoriale all’altra metà del territorio.
Pericolosa alla sicurezza di esso la continuazion de’ mercati confinari, in si pressanti esigenza di Sanità, mi fu forza commetterne l’immediata sospensione di tutti cinque, in riserva di riaprirne uno solo nell’appostamento più idoneo a prevenir le clandestinità, e gli arbitri, sotto l’osservazione non più di rustiche deputazioni, ligie del monopolio privato, ma di soli onorati, e risoluti militari.
Contemporaneo premuroso oggetto delle mie applicazioni fu un qualche riordinamento alla scorta delle carovane provenienti dalla Turchia.
Anche per questo essenzialissimo riguardo ho spinto la personal visita fino al margine quasi divisorio del pubblico stato ottomano; e la strada legale de’ carovanisti è talmente intralciata di sterpi, e spini, circuita da folto bosco, che per più miglia si prolunga, che si ha ben giusto motivo di temer sempre compromessa a certo rischio la salute della nazione.
Il deputato Creosevich ne eseguisce lo sgombro, e la proporzionata dilatazione, sicchè raccolte quindi le carovane in un punto solo sotto la vigile custodia delle scorte militari si tronchi il progressivo corso di irregolarità di un arbitrario divaga mento, quanto proprio dell’indole insofferente de’ Turchi, altrettanto sollecitato dall’interesse de’ sudditi negozianti; che lucrano nel disordine comune, e nella delusion della legge.
Tra gli uffiziali dettagliati alla scorta appunto delle carovane ho pure disposto il cadetto Giorgi Francesco Gellich, descritto nella (?) reggimento Avesani de’ crovati a cavallo, il quale per l’età chiamato dividersi dalle sue insegne voleva pur rassegnarsi all’osservanza delle pubbliche leggi: se non che giovando alle attuali esigenze di sanità il suo trattenimento in Provincia, io lo confido autorizzato da Vostra Serenitè, sicchè non gli si imputi a mancanza il ritardo, ma anzi gli sia computato il servizio, come se fosse presentato al reggimento; nè risenta pregiudizio al suo avanzamento.
Se però gli uffiziali, che servono alle carovane, promettono esattezza; il quartiere di Ham non offre loro, nè ai soldati un sicuro ricovero: potrebbe con assai discreto dispendio riattarsi, e prevenir la total rovina a tempo, se si ripari il minacciato disordine.
Questa bazzana, dove ricapitano le carovane, è un vasto recinto che non ripara nè uomini, nè cavalli, nè marci: pressato dalle più efficaci rimostranze de’ caravanisti, non ho potuto rifiutarmi di erigere lateralmente due tezzoni, che li guardino dalle intemperie, e dalla piova.
Vi ho impiegati pochi materiali di una cadente [pogliata] di pubblica ragione, prima che l’arbitrio li disperda, e spero che Vostra Serenità non m’imputi a carico la discreta spesa di questa indispensabile erezione.
Mancanti di acqua i caravanisti in quel recinto; provedo anche a questo inconveniente col ripristino del pozzo, che vi esiste: ma inservibile al bisogno perchè i Turchi sdegnavano usarne a motivo di cadavere colà in altri tempi rinvenuto.
Esaurite le disposizioni di questa linea, m’incammino a quella di Knin, dove ripeterò i riscontri di onorato cittadino zelo, nella fiducia del generoso continuato compatimento di Vostra Serenità; e di Vostre Eccellenze. Grazie.
Sign 9 gennaio 1795 more veneto.
Andrea Querini Provveditore Generale in Dalmazia e Albania.

Nota: Arrivato il 25 gennaio 1796.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Provveditori da Terra e da Mar e altre cariche, b. 467 (ex 662).
Trascrizione di Guglielmo Zanelli.