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24 marzo| 1709 Ferigo Calbo

Dispaccio del 7| ottobre| 1709|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
non intermesso mai dal mio ossequio l’uso della maggior attenzione all’importanza di procurare il più sollecito e copioso taglio de’ tolpi per l’essiggenza de’ publici lidi, estesi essecutivamente al sovrano comando di Vostra Serenità replicate pressantissime commissioni, ed al Capitanio della Valle di Montona, ed a quello de’ Boschi della provincia. Come da quello di essa Valle hebbi subita la relatione, assicurato che, non ostante il taglio di più migliara, seguito nella medesima nel corso degli anni passati, si potrebbe estenderlo ad altri due in tre mille, e ne partecipai il Magistrato Eccellentissimo all’Acque per lume; così dal Capitanio de’ Boschi differita la nota, obligato ad altre più premurose incombenze dal Reggimento Eccellentissimo all’Arsenal, non ho potuto haverla che in questo punto. Egli riferisce poter trarsene, da più boschi che ha visitato, quatro mille pochi più in circa, tra roveri e cervati, se ben di qualità non molto perfetta per esser nel maggior numero storti, con groppi e mal nutriti. La destruzione de’ migliori e perfetti, de’ quali n’ha abbondato in passato questa provincia, è derivata notoriamente dall’odioso costume, partecipato dal mio humilissimo debito a Vostre Eccellenze sino con miei di 27 giugno decorso, di recedersi ad uso de’ passi in fascio con ogn’altra qualità di legnami anche i picioli tolpi, cervati, quali, lasciati crescer ne’ boschi, si sarebbero resi ottimi alle presenti e venture occorrenze.
Perché la colpa comune pare habbi instituito una specie di sicura franchiggia a diffesa de’ malfattori, oltre i passi avanzati dalla giustizia, in obedienza alle venerate ducali di 27 giugno antedette, contro alcuno de’ principali ad esempio e freno degl’altri, non sarebbe che proficuo all’oggetto importantissimo di presservarli il rinovarsi in specialità severissima l’inhibitione di manumettersi con tanto coraggio i cervati, lì poco o niente rispettati da’ villici.
Commesso già tempo dal Reggimento Eccellentissimo all’Arsenal il taglio di due mille cornolari per la construzione delle navi publiche di nuova fabrica, e fatto anche immediate adempire, trasmessi con egual sollecitudine a quella Casa, m’onorai suggerir al zelo ben grande di Sua Eccellenza, che ad ogni altr’evasione di valersi di tal qualità di legname non solito riservarsi, non si sarebbe forse trovato il bisogno, e che, non essendovene certa abbondanza nella provincia, havrebbe giovato, fosse pur esso vincolato alla stessa conditione de’ roveri e degli altri legni di precisa riserva, a tutela massime della scarsa quantità che vi resta.
Applaudito benignamente dall’Eccellenze Vostre il zelante divoto riccordo, l’umilio pure in presente anche a’ riflessi sovrani di Vostra Serenità, con brama ossequiosa di regolar sempre gli essercitii della mia costante ubbidienza con la scorta luminosa del suo regio inchinato volere.
Uniformandomi a questo espresso in ducali di XI luglio riuscito pure vedere vicino all’intiero termine le condotte degl’olmi, soranini e roveri de’ tagli passati, non restando che alcun legno, che sarà a momenti trasportato alle rive. Tra questi, quasi tutti anche caricati e spediti, ho fatto specialmente condurvi più centenara di stortami e braccioli, che giacevano inutilmente ne’ boschi, e ch’erano di estraordinaria premura al Reggimento Eccellentissimo all’Arsenal, per gli usi continui di quella Casa. Hora restarà la condotta delli quarant’olmi ultimamente recisi nelle publica Valle di Montona, che farò sollecitar immediate che habbi la volontà sovrana dell’Eccellentissimo Senato, per il getto della carratada necessaria per il pagamento degl’appaltadori, ridotti ad abboccar l’appalto con tenuissima scarsa mercede, a studiato maggior sollievo de’ poveri contribuenti. Grazie.
Pinguente, 7 ottobre 1709.

Ferigo Calbo, Capitanio di Raspo.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 89.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.