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24 marzo| 1709 Ferigo Calbo

Dispaccio del 18 novembre| 1709|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
accordata in obedienza al sovrano comando di Vostra Serenità di 4 maggio decorso a monsignor illustrissimo Vescovo di Trieste, che ne portò replicate instanze alla carica, la visita di questa parte di diocese soggetta alla sua pastoral cura, vi giunse la sera di xi corrente, doppo sedeci anni che l’ha differità, a motivo delle differenze già note per il trattamento. Apena arrivato, sovragiunto nel viaggio da febre, fu astretto gettarsi a letto, e se ben vi soffrì la pena d’alcun’altra molesta occasione, posponendo ogni riguardo di sua salute a quella più importante dell’anime, volse sabbato visitare la chiesa et adempire in essa personalmente a tutti gli usi di buon pastore. Doppo la funzione, già soddisfatti i convenevoli dovuti alla publica rappresentanza, non acconsentendo lo stato suo di proseguire, ritorse il viaggio per la sua ressidenza. Nel cerimoniale restò escluso totalmente il baldachino e permessa la visita alla solita matrice con intiera esclusione pure delli tiliali.
Come nel tempo del suo soggiorno non ha potuto supplire a tutte le sue pastorali incombenze, frastornato dal senso del male, così ne ha commesse alcune al suo Vicario Foraneo e ricercato il braccio ancor della carica per agevolar la rifforma d’alcuni ecclesiastici, che ha rilevato mal costumati. Ha lasciata confidenza di ritornare a miglior stagione per continuare egualmente con la visita delle chiese de castelli i frutti della sua molta pietà, conosciuti anche da Sua Signoria Illustrissima, doppo tanto tempo assai necessarii per ben stabilirvi il servitio di Dio.
Io sono tanto contento estremamente che la cosa, benché in misure alterate dalle visite precedenti, sia seguita senza sconcerti, e che rassegnato al volere dell’eccellentissimo Senato dia ragionevoli speranze di non lasciari più così a lungo il suo grege senza i vantaggi che le porge l’occhio frequente del suo pastore.
Col lume che rilevai che havesse dissegno, se si rimetterà, d’avanzarsi a visitare anche le chiese d’Umago e d’alcun altra parte dell’Istria, che le sono egualmente soggette, anticipai in ogni modo sollecitamente la notitia delle commissioni sovrane di Vostre Eccellenze, acciò fossero in ogni luoco obedite, che se ben in presente per l’umiliata emergenza fuori del caso, serviranno però loro di regola per l’occasioni avvenire. Con quest’oggetto ho pur riputato parteciparle anche all’eccellentissimo Podestà e Capitanio di Capo d’Istria per assicurar l’obedienza tra gli esercitii d’una costante attenzione, che sarà per contribuire il suo zelo. Grazie.
Pinguente, 18 novembre 1709.

Ferigo Calbo, Capitanio di Raspo.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 89.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.