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20 marzo| 1710 Luigi Antonio Zane

Dispaccio del 20 marzo| 1710|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
giunto in questo luoco per obbedire a Vostra Serenità, che si degnò destinarmi all’essercitio di questa carica, sagrificio più giusto non so riconoscere in me che l’esponermi ad ogni rischio, ma sempre drizzato al publico servitio e con utile al debito di un cittadino. L’habitacione assegnata in questa terra al publico Rappresentante, ridotta per l’antichità impraticabile, e per le acconcie sospese, quasi precipitante (?) ricerca dal mio timore non meno l’attencione per la propria salvezza, che dalla publica compassionevole munificenza, il bramato ristauro. S’apre dalla sommità sin al fondo il muro che forma l’angolo dell’unica camera di questo palazzo, così separato et apperto, che oltre il render fastidiosa la dimora, minacia inevitabile la rovina; né vi è modo, con la mia famiglia, di rocovrarmi altrove, perché anche nella cucina per le pioggie che ivi cadono difficultasi la pratica, e rendesi penoso il soggiorno aggravato sempre più dal rigore delle staggioni. Tralascio d’umiliare l’infelice stato del colmo, il marcimento de’ pavimenti, gli scuri dimessi, e non più usabili per mancanza di ferarezza, sapendo che la sapienza di Vostra Serenità venerà sopra del più bisognevole e al meno indispensabile. Tanto espone con humilissima riverenza un povero cittadino che si vede angustiato con numerosa famiglia in una tormentosa habitacione, e con la risserva di humiliarmi sempre alli publici sapientissimi decretti di Vostra Serenità e riverentemente m’inchino. Gratie etc.

Grisignana, li 20 marzo 1710.

Lui Antonio Zane, Podestà.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 90.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.